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Stanlio e Ollio (2018)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 28 feb 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 29 mag 2023


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Stanlio e Ollio

(Stan & Ollie) UK/Canda/USA 2018 biografico 1h38’


Regia: Jon S. Baird

Soggetto: A.J.' Marriot (libro Laurel & Hardy - The British Tours)

Sceneggiatura: Jeff Pope

Fotografia: Laurie Rose

Montaggio: Úna Ní Dhonghaíle, Billy Sneddon

Musiche: Rolfe Kent

Scenografia: John Paul Kelly

Costumi: Guy Speranza


Steve Coogan: Stan Laurel

John C. Reilly: Oliver Hardy

Shirley Henderson: Lucille Hardy

Nina Arianda: Ida Kitaeva Laurel

Danny Huston: Hal Roach

Rufus Jones: Bernard Delfont

Susy Kane: Cynthia Clark

Richard Cant: Harry Langdon


TRAMA: Stan Laurel e Oliver Hardy, il duo comico più famoso al mondo, nel 1953 affrontano un tour teatrale in Gran Bretagna. Acciaccati dall'età e con alle spalle un passato di gloria, i due vanno incontro a un futuro incerto: gli spettacoli, attraverso la nazione, si rivelano infatti deludenti, sebbene fan vecchi e nuovi continuino a divertirsi di fronte alle loro gag.


Voto 7

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Esistono altri comici che hanno divertito fino alle lacrime i nostri nonni, i nostri genitori, noi e i nostri figli e che continueranno con le future generazioni? Non credo, è impossibile. Stanlio e Ollio sono il sinonimo del cinema comico, sono diventati nel tempo due parenti di ognuno di noi e se ci capita ancora in TV il passaggio di un loro spezzone chissà perché lo zapping si interrompe. Eppure, quante volte abbiamo visto quelle scene? Il regista Jon S. Baird, più o meno sconosciuto fatta eccezione per la direzione della serie ‘Vinyl’, firma un film che non è solo un film ma sembra piuttosto una dedica a Stan Laurel e Oliver Hardy: attenzione, non tanto ai loro mitici personaggi, quanto ai due umanissimi uomini fotografati nella fase discendente della loro bellissima parabola. Due uomini con tutti i loro pregi e difetti, che si son frequentati per decenni e che nel momento della trama stanno attraversando, nel loro tramonto, il periodo di crisi che caratterizza ogni matrimonio. Perché di matrimonio si è trattato.

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Si rinfacciano la stanchezza, le disillusioni, i rimpianti, perfino i tradimenti (Oliver aveva tentato con scarsissimo successo la carriera da solista), buttano giù le loro maschere e si rinfrancano dicendosi tutto ciò che avevano da ribadirsi, fino a farsi del male. Non saprei se questi retroscena facciano bene o male al ricordo che abbiamo di loro, certo è che è come se cadesse improvvisamente il sipario ancora chiuso e vedessimo i protagonisti di una commedia che sono in difficoltà, nudi al traguardo della vita. Si odono perfino frasi che fanno male: “Tu amavi Laurel & Hardy, ma non hai mai amato me”, sbotta Oliver nel momento più struggente del film, nell’apice della tragedia del loro rapporto. Cose cattive dette per la rabbia o pensate veramente?

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Erano stati l’uno la spalla dell’altro, sullo stesso piano, l’uno completava l’altro, facevano ridere a crepapelle perché l’uno era l’opposto dell’altro, uno piangeva e l’altro si arrabbiava. Da soli non valevano nulla. Laurel era infaticabile scrittore, perfezionista fino allo spasimo, scriveva continuamente e provava senza pausa, Hardy non ci pensava neanche ed era preoccupato per motivi di salute, non sempre era in forma. Ma quando si accendeva la scintilla non c’era nessuno al pari di loro. C’è un bel piano sequenza bello e significativo, quando la macchina da presa, con una minima zumata all’indietro, li inquadra nel camerino, l’uno a fianco dell’altro e con due specchi distinti in cui invece si riflette l’immagine dell’altro partner. Erano imprescindibili.

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La mimesi di Steve Coogan e John C. Reilly è impressionante: un po’ di predisposizione c’è di natura evidentemente, ma il trucco, la plastica e il modo di muoversi, di camminare, di girare la testa, la postura fanno il resto e ci rendono veramente Stanlio e Ollio così come li abbiamo immaginati da sempre. Sì, sono proprio loro! Uno grasso e grosso, l’altro mingherlino e con il sorriso all’insù. Qui li vediamo in litigi d’amore, ma traspare benissimo anche dal film che si son voluti bene davvero. Come due coniugi. La loro unione artistica è durata più dei loro matrimoni civili, perché far ridere – lo sappiamo tutti – far ridere bene e rendere felici il pubblico è molto più difficile che commuovere, è un’arte antica e non alla portata di tutti e se loro l’hanno saputo fare in mille film e un milione di gags vuol dire che erano i numeri uno. Due numeri uno in perfetta simbiosi.

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Il film nel complesso è piacevole e interessante, perché quando andiamo oltre la maschera vediamo quello che non ci aspettavamo. E come lo fanno i due attori ci soddisfa sicuramente e sono brave anche le due attrici che li accompagnano: Nina Arianda e Shirley Henderson rendono bene l’idea delle donne che dovevano assecondare due geni comici. In secondo piano ma con carattere forte, per difendere la trincea del proprio uomo, pur essendo consapevoli che non erano loro le “prime” mogli.

Loro era Stanlio e Ollio. E saranno nei nostri cuori per sempre.


2019 - Golden Globe

Candidatura per il miglior attore in un film commedia o musicale a John C. Reilly



 
 
 

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