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Stanno tutti bene (1990)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 18 nov 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 11 giu 2023


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Stanno tutti bene

Italia/Francia 1990 dramma 1h58’


Regia: Giuseppe Tornatore

Sceneggiatura: Giuseppe Tornatore, Tonino Guerra, Massimo De Rita

Fotografia: Blasco Giurato

Montaggio: Mario Morra

Musiche Ennio: Morricone

Scenografia: Andrea Crisanti

Costumi: Beatrice Bordone


Marcello Mastroianni: Matteo Scuro

Michèle Morgan: donna anziana sul treno

Valeria Cavalli: Tosca

Marino Cenna: Canio

Norma Martelli: Norma

Domenico Gennaro: marito di Norma

Roberto Nobile: Guglielmo

Salvatore Cascio: Alvaro da bambino


TRAMA: Matteo è in pensione dopo una vita di duro lavoro e di sacrifici. Vedovo, è fiero dei successi dei figli, sparsi in tutta Italia, i quali ogni tanto gli scrivono vantando matrimoni riusciti ed occupazioni favolose. Ora che ha tempo Matteo decide di andarli a trovare: dalla Sicilia risale a Napoli, poi a Roma, poi a Firenze, quindi a Milano e a Torino: ma i figli l'hanno ingannato, stanno tutti male.


Voto 6,5

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Il cinema di Giuseppe Tornatore, volendo, è tutto concentrato in questo film, che racchiude alcuni fondamentali che caratterizzano le sue storie, quasi sempre rivolte ai ricordi, alla terra di origine, al tempo che passa e le nostalgie che non abbandonano. L’atmosfera malinconica che perennemente ammanta i suoi film si riaffaccia sul viso, nelle parole affettuose, nei racconti di Matteo Scuro, l’anziano pensionato (una volta i pensionati erano tutti vecchi) che decide dopo tanti anni, di rivedere i figli sparsi per l’Italia.

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Parte con il solo mezzo affidabile di quei tempi, il treno, che è anche un salotto semovibile in cui si fa amicizia con chi si siede accanto e di fronte e si parla di tante cose, della famiglia, della bella moglie morta, delle vecchie foto dei figli conservate nel portafoglio… Intanto e intorno, un Paese allo sbando che Matteo non riconosce più, deluso dalle sue semplici aspettative.

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Tornatore e la malinconia dei tempi passati, come quasi tutti i suoi film - fatta eccezione per qualcuno dallo stampo più moderno (La migliore offerta) - in cui domina sempre la sua Sicilia, da dove parte il protagonista, fiducioso nel fatto che i figli lo aspettano con ansia e gli racconteranno ogni cosa della loro vita presente. Ed invece ognuno di loro ha avuto un percorso accidentato e la vita non è andata come speravano all’inizio della migrazione. Qualcosa glielo nasconderanno, un po’ per ritrosia e vergogna e un po’ perché si sono affettivamente allontanati dal padre. Ma gli anziani non sono così tonti come vengono considerati e lui, per buona pace di tutti e per salvare le apparenze, farà finta di non accorgersene, per non stare in pena lui e non far soffrire loro.

Ma davvero stanno tutti bene?

Il Marcello Mastroianni invecchiato allo scopo è malinconico, memorabile e fa tenerezza.



Riconoscimenti

Festival di Cannes 1990

Premio della giuria ecumenica

David di Donatello 1991

Miglior musicista Ennio Morricone


 
 
 

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Il Cinema secondo me,

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cinefilo da bambino

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