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Steve Jobs (2015)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 4 mar 2019
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 13 mag 2023


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Steve Jobs

UK/USA 2015 biografico 2h2'


Regia: Danny Boyle

Soggetto: Walter Isaacson (biografia)

Sceneggiatura: Aaron Sorkin

Fotografia: Alwin H. Küchler

Montaggio: Elliot Graham

Musiche: Daniel Pemberton

Scenografia: Guy Hendrix Dyas

Costumi: Suttirat Anne Larlarb


Michael Fassbender: Steve Jobs

Kate Winslet: Joanna Hoffman

Seth Rogen: Steve Wozniak

Jeff Daniels: John Sculley

Katherine Waterston: Chrisann Brennan

Michael Stuhlbarg: Andy Hertzfeld

John Ortiz: Joel Pforzheimer

Sarah Snook: Andrea "Andy" Cunningham

Perla Haney-Jardine: Lisa Jobs


TRAMA: È il 1984 e manca pochissimo al lancio del primo Macintosh. Poi sarà la volta del NeXT nel 1988 e del iMac nel '98. Scortato dal suo braccio destro, la fedelissima Joanna Hoffman, nel backstage che muta col mutare dei decenni e dei costumi, Steve Jobs affronta gli imprevisti dell'ultimo minuto, immancabili contrattempi che si presentano sotto forma di esseri umani e rispondono al nome di Lisa, sua figlia, di Chrisann Brennan, la madre di Lisa, Steve Wozniak, il partner dei leggendari inizi nel garage di Los Altos, John Sculley, CEO Apple, Andy Hertzfeld, ingegnere del software.


Voto 7,5

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Era il 9 ottobre del 1984. Andy Warhol era andato alla festa di compleanno di Sean Lennon, al Dakota Building. Il figlio di John sedeva sul pavimento della cameretta con un tipo che “sembrava così giovane, un universitario” e insieme armeggiavano su uno strano oggetto, un computer Macintosh. Il tipo si alzò e disse a Warhol: “Sì, sono io, Steve Jobs. L’ho cercata tanto per mostrarle il mio computer, ma lei non mi ha mai ricevuto”. Tutti si misero a giocare con quella strana scatolina. Commentava Warhol: “Mi sentivo così vecchio e incapace davanti a quell’oggetto e a quel ragazzino geniale che l’aveva inventato”. In questa frase c’è l’essenza di Steve Jobs, la capacità di fare apparire vecchio tutto ciò che c’era prima, anche le versioni precedenti delle sue stesse creazioni. Il film è una eccellente trasposizione sul grande schermo, dal racconto scritto da Walter Isaacson, della nascita dell’icona Steve Jobs, opera non facile sia perché il biopic è sempre (come scrivo da anni) un campo minato, sia perché la personalità forte del personaggio, alla sua peculiarità e il suo carattere difficile non rendevano abbordabile un'operazione del genere.

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La strategia che sceglie lo sceneggiatore Aaron Sorkin, maestro delle scritture bulimiche, frenetiche, ridondanti, è quella di illustrare su tre strati il momento particolare del personaggio: la presentazione del Macintosh 128K, il lancio del suo NeXT Computer, una volta estromesso dalla Apple, e la soluzione del conflitto familiare con il riconoscimento tardivo della figlia. Viene da immaginare che il regista Danny Boyle ha fatto non poca fatica a stare dietro alla frenetica scrittura, in cui i dialoghi la fanno da padroni, in cui lo spettatore deve stare forzatamente al passo, in cui l’impegno dei due eccellenti attori Michael Fassbender e Kate Winslet è stato messo alla prova e ci son riusciti benissimo. Comunque queste sfide esaltano il regista, che ha saputo tenere il ritmo e anche riuscendo nel compito non facile: prima di tutto con idee geniali per costruire il percorso narrativo, poi per le tecniche utilizzate per girare e poi perché ha trovato due attori in vero e proprio stato di grazia, e per questo già avvantaggiato perché sono tra i due migliori interpreti in circolazione in questi tempi.

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L’impianto è tipicamente di stampo teatrale con porte che si aprono di continuo come per entrare in nuovi ambienti e nuovi argomenti, che il protagonista cerca di tenere sotto costante controllo, tra momenti di tensione e di discussioni e qualche minuto di respiro, tutto senza pausa, tra la sua fedele collaboratrice Joanna e i suoi tecnici, con cui litiga sempre. Bravissimi anche i comprimari Seth Rogen e Michael Stuhlbarg.

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Ambientato interamente a San Francisco, il film si differenzia tra gli spazi appunto dei tre momenti cruciali raccontati anche dal punto di vista tecnico (idea geniale di Danny Boyle): il primo atto si svolge al Flint Auitorium (nel cuore di Cupertino, dove si assiste alla nascita del mito) ed è filmato in 16mm; il secondo ha luogo alla San Francisco Opera House (dove ha luogo una sorta di "vendetta" nei confronti della Apple, a cui Jobs vende il sistema operativo di cui necessita) ed è realizzato in 35mm; il terzo, infine, trova la sua ambientazione nella futuristica Davies Symphony Hall (futuristica come l'introduzione di internet nel 1998 grazie all'iMac) ed è girato con una camera digitale Alexa di ultima generazione.

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I dialoghi fitti ed il ritmo incalzante, una sceneggiatura ad hoc (Aaron Sorkin non delude mai!) aiutati da un adeguato montaggio frenetico inevitabile, hanno caratterizzato l'opera e esaltato il risultato. Inutile dire che il doppiaggio toglie purtroppo la esaltante recitazione di entrambi gli interpreti e non vi nascondo che dato il terrificante ritmo si rischia anche di non leggere tutti i sottotitoli.

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Michael Fassbender e Kate Winslet superlativi!

Riconoscimenti

Premio Oscar 2016

Candidatura miglior attore protagonista a Michael Fassbender

Candidatura miglior attrice non protagonista a Kate Winslet

Golden Globe 2016

Migliore attrice non protagonista a Kate Winslet

Migliore sceneggiatura

Candidatura miglior attore in un film drammatico a Michael Fassbender

Candidatura migliore colonna sonora originale


 
 
 

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