Super 8 (2011)
- michemar

- 6 gen 2023
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 29 mag 2023

Super 8
USA 2011 fantascienza 1h52'
Regia: J.J. Abrams
Sceneggiatura: J.J. Abrams
Fotografia: Larry Fong
Montaggio: Maryann Brandon, Mary Jo Markey
Musiche: Michael Giacchino
Scenografia: Martin Whist
Costumi: Ha Nguyen
Joel Courtney: Joseph Lamb
Elle Fanning: Alice Dainard
Kyle Chandler: Jackson Lamb
Ron Eldard: Louis Dainard
Noah Emmerich: col. Nelec
David Gallagher: Donny
Riley Griffiths: Charles Kaznyk
Ryan Lee: Cary
Zach Mills: Preston
Gabriel Basso: Martin
Josh McFarland: Tom Ashton
Amanda Michalka: Jen Kaznyk
Glynn Turman: dr. Woodward
TRAMA: Joe è un ragazzino sui dieci anni appassionato delle possibilità che gli vengono offerte da una piccola cinepresa super 8, al punto che con i suoi amici ha costituito un'improvvisata troupe per fare un film. Durante una delle riprese il gruppetto è testimone di un disastroso incidente che porta un treno a deragliare e in seguito al quale sembra che dal treno fugga qualcosa di abnorme. Da quel momento tutto nella zona circostante prende una strana piega e gli eventi inspiegabili sono sempre più numerosi e gravi. Lo sceriffo locale cercherà di vederci chiaro, scoprendo qualcosa di molto più spaventoso di quanto non avessero osato immaginare.
Voto 6,5

Vediamola così: il film è un omaggio del suo sceneggiatore e regista J.J. Abrams al suo produttore Steven Spielberg. Ed è anche una lettera d'amore a tutti coloro che hanno la passione per il cinema che emerge nei giovanissimi, cosa che è capitata quasi a tutti i cineasti. Inoltre, è quel tipo di film che si vede raramente nei nostri giorni e cioè una storia originale e non un sequel, uno spin-off, un re-boot o un adattamento. Gli effetti speciali erano già all'avanguardia (d’altronde qualcuno si aspetterebbe qualcosa di diverso da una collaborazione Abrams/Spielberg?) e a differenza di molti film di fantascienza, questo mette in primo piano più i personaggi che i mostri o gli ospiti inattesi, perché J.J. Abrams ama far presente, in pratica, la semplice regola che la maggior parte dei suoi contemporanei ha dimenticato: l'azione e il caos hanno senso solo quando un pubblico si preoccupa delle persone intrappolate nel vortice degli avvenimenti.

Il regista vi porta un elemento autobiografico ricordando i giorni in cui, come molti futuri registi, cominciava ad entrare sulla scena artistica negli anni a cavallo tra i '70 e gli '80, prendendo in prestito la fotocamera Super 8 dei genitori e girava soddisfatto "film". Ambientare l'azione nel 1979 ha anche consentito di elargire una dose di meritata nostalgia trattando di musica, abbigliamento, atteggiamenti e tecnologia dei tempi. In sé per sé, la fotocamera Super 8 è, ovviamente, un oggetto del passato, dato che oggi i bambini di usano gli smartphone per ogni tipo di attività visuale. Ma senza il Super 8 ci sarebbe stato uno Spielberg, un Francis Ford Coppola o un George Lucas? La dimostrazione di queste considerazioni ne è stata l’opera ampiamente autobiografica di Spielberg nel suo apprezzatissimo The Fabelmans.

Inevitabile, guardando il film, trovare relazioni a Incontri ravvicinati del terzo tipo e E.T. l'extra-terrestre del maestro di riferimento. La trama segue le disavventure di sei giovani adolescenti che si trovano nel posto sbagliato al momento sbagliato. Il progetto/divertimento che li unisce è la ripresa di un film clandestino di zombie che li costringe a sgattaiolare fuori dalle loro case a mezzanotte e riunirsi vicino a una vicina stazione ferroviaria. Lì, possono realizzare il loro progetto senza l'interferenza dei fastidiosi adulti che semplicemente non lo capirebbero. Sono Joe (Joel Courtney), guru del trucco e degli effetti speciali; Alice (Elle Fanning), l'attrice principale; Charles (Riley Griffiths), il regista; Cary (Ryan Lee), il cameraman piromane; Preston (Zach Mills), l'addetto alle luci; Martin (Gabriel Bosso), l'attore principale. Le cose vanno bene, soprattutto per Joe, che si ritrova ad andare d'accordo con Alice, oggetto di una cotta. Ma all’improvviso succede il finimondo: un treno deraglia in modo spettacolare lanciando detriti in tutte le direzioni. Il deragliamento è stato un incidente o un atto deliberato di sabotaggio? E perché i militari, guidati dal volto cupo colonnello Nelec (Noah Emmerich), piombano sul luogo quasi immediatamente? E cosa è quella strana creatura che si muove tra i rottami del treno? E come nel mitico squalo, quello che si muove si vede e non si vede: si avverte.

Cos’è questo film? È chiaramente un’operazione cinefila, quasi un remake di un'opera mai realizzata di Steven Spielberg, che amorevolmente l'accompagna in veste di produttore. L’allievo non si può paragonare al suo mentore, ma non si può non apprezzare il commovente e devoto ringraziamento a nome della generazione cresciuta con la fantasia e l’occhio del grande Steven.






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