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Supernova (2020)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 13 gen 2022
  • Tempo di lettura: 6 min

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Supernova

UK 2020 dramma 1h35’


Regia: Harry Macqueen

Sceneggiatura: Harry Macqueen

Fotografia: Dick Pope

Montaggio: Chris Wyatt

Musiche: Keaton Henson

Scenografia: Sarah Finlay

Costumi: Matthew Price


Colin Firth: Sam

Stanley Tucci: Tusker

Pippa Haywood: Lilly

Nina Marlin: Charlotte

Peter MacQueen: Clive

James Dreyfus: Tim

Ian Drysdale: Paul

Sarah Woodward: Sue

Lori Campbell: Lola


TRAMA: Sam e Tusker, partner da 20 anni, viaggiano attraverso l'Inghilterra a bordo del loro vecchio camper per far vista agli amici, rivedere i famigliari e ritrovare i luoghi del loro passato. Da quando due anni prima a Tusker è stato l'insorgere della demenza, il tempo trascorso insieme è sempre più prezioso.


Voto 7,5

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Le stelle sopra di noi. Prima, durante e dopo. Sempre sopra lì, in alto nel cielo, da loro illuminato.

Scrivendo di film, facilmente si segue uno schema più o meno fisso: dopo una adeguata introduzione, viene spontaneo iniziare dalla trama e dal contenuto, poi si scivola sull’eventuale significato ed infine si dà un giudizio personale sul cast tecnico e artistico. In questo specifico caso è difficile dare la precedenza alle consuete prefazioni (beh, in fondo questo paragrafo lo è) e discutere in seguito della recitazione. Il duo che il regista Harry Macqueen ha scelto per questo angosciante film è, oltre alla bella storia che si sviluppa on the road – ma questo non è l’aspetto principale - nella meravigliosa campagna della Cumbria, nel nord dell’Inghilterra, l’aspetto preponderante che salta quasi immediatamente agli occhi: Colin Firth e Stanley Tucci si rivelano una coppia di altissimo livello, di magnifica esibizione recitativa, tanto da assorbire la completa e meritata attenzione. Non è che non fossero apprezzati anche prima (sarebbe una bestemmia) ma davvero, con questa prova, toccano vette interpretative incantevoli.

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Rare volte Stanley Tucci ha avuto a disposizione un ruolo così protagonista e che necessitava del massimo impegno, trovandosi spesso a che fare con ruoli essenzialmente di comprimario e la scelta di Harry Macqueen, regista e sceneggiatore del bel film, è stata oculata e indovinata: finalmente ha potuto dimostrare pienamente la sua bravura. Il suo Tusker (quante volte lo chiama rincorrendolo il suo partner?) è uno scrittore brillante, dalla battuta intelligente e spiritosa, amato dalla famiglia di Sam e dai suoi numerosi amici, stimato romanziere dal carattere socievole. Non riesce più a portare avanti l’inizio del nuovo libro perché la demenza senile che lo ha aggredito così precocemente e così gravemente lo sta sempre più bloccando. Non riesce a scrivere, spesso non ricorda il nome delle persone o degli oggetti e solo l’amorevole vicinanza del compagno lo sostiene e lo incoraggia, sebbene quest’ultimo abbia sospetti che gli nasconda qualcosa e lo sorvegli attentamente. Sam è un pianista fortemente legato, sempre sollecito a soccorrere l’uomo della sua vita, premuroso e paziente, che resiste condiscendente alle frecciate che riceve quando l’altro è nervoso e arrabbiato per il futuro che si sta accorciando all’improvviso. Il tempo che è restato, infatti, non è molto e per rivivere i bei tempi passati e i luoghi che per loro hanno contato tanto, decidono di partire con il loro camper per tornare a goderli un’ultima volta. Al ritmo di Catch the Wind di Donovan. (“Te la ricordi?” “No, io no.” “Davvero? dov’eri negli ani ’70? Canta con me!”)

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L’affezionata sorella di Sam, Lilly, abita ancora nella vecchia e grande villa nella meravigliosa campagna della Cumbria (vera coprotagonista del film) e quella sarà una tappa importante del viaggio prima di un concerto che proprio Tusker ha voluto organizzare per il compagno. La cena a sorpresa preparata da lui e da Lilly è una delle fasi più piacevoli di tutto il film, tra brindisi, gesti pieni di affetto e battute simpaticissime tra i vari commensali. Tutti vogliono bene a Sam e di riflesso al suo partner: Tusker è praticamente uno di famiglia e la sua passione per l’astronomia è anche un’occasione per imparare qualcosa su quelle stelle luminose che fanno parte dell’universo anche umano. “Non smettere mai di fare domande!” è l’esortazione che rivolge alla piccola della famiglia, Charlotte, pare un testamento. Le spiega cosa succede nel corso dei millenni nell’universo delle stelle, che esplodono (ecco il titolo di Supernova) e creano la continuazione della vita dei pianeti e del genere umano. “Il tuo corpo è fatto da pezzettini di quelle stelle. Quando una stella diventa vecchia vecchia esplode, allora finisce il carburante ed esplode, come un fuoco d’artificio molto, molto, molto grande. E quando quella stella muore comincia a diventare luminosissima e spara tutto intorno i suoi pezzettini e tutti quei pezzettini viaggiano nello spazio per anni anni e anni e anni e anni e anni e anni e anni e… è con quelli che siamo fatti noi. Siamo tutti delle stelle. Sì, ma la cosa più incredibile è che questo orecchio potrebbe provenire da una stella completamente diversa, di una totalmente diversa galassia rispetto a quest'altro. Un uomo molto saggio una volta disse: Noi non moriremo di fame per assenza di meraviglie ma per assenza di meraviglia. Significa che devi sempre fare domande, non smettere mai di farle!” È proprio in quel momento che Sam, allontanandosi dal gruppo, scopre le reali intenzioni dell’ammalato, avendo portato con sé, segretamente, una fiala di un forte barbiturico che preso per intero lo farebbe addormentare verso la morte quieta. Una decisione mai svelata che stordisce il buon Sam, che lo fa arrabbiare e reagire, ma l’altro, ironico come sempre, sorride e gli spiega che è sicuramente una buona decisione.

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No, non è una storia angosciante, è solo triste, mitigata dal sincero e forte legame che unisce queste due brave persone, che insegna come la forza dell’amore, quello vero, che non conosce genere, può essere il motore del vivere in pace con se stessi e con gli altri, che serve da esempio per alla gentilezza e alle buone maniere, specie se viene accettato come normalità dai rispettivi familiari. La delicata e intelligente sceneggiatura di Harry Macqueen è molto apprezzabile, viaggia con sicurezza e piacevolezza per tutta la durata, con dialoghi frizzanti e piccoli divertenti diverbi tra i due protagonisti, come succede in ogni coppia. Parole scritte molto efficaci e recitate con i tempi giusti da due attori in grandissima forma.

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Sullo sfondo una campagna piena di incantevoli colori autunnali e, sotto un cielo notturno pieno di stelle, il Lake District con il lago Ullswater, in una regione collinare – importante meta turistica, la cui parte centrale è diventata Parco Nazionale e recentemente è stata inserita nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO - che ha sempre ispirato pittori e scrittori: tra torrenti, alberi, prati, vegetazione e coltivazioni, i colori inarrestabili della stagione che abbandona l’estate colorano di meraviglia lo schermo e infondono pace e silenzio di cui la trama si abbevera. E su questo fondale strabiliante, Stanley Tucci fa sfoggio delle migliori espressioni che ci si può attendere: piccoli movimenti delle labbra, occhietti vivaci che parlano, mimica facciale che diventa spettacolo. Attore maturo che finalmente sfrutta in pieno le sue capacità messe a disposizione di un personaggio molto bello, ricco di sfumature, intelligente quanto l’attore stesso. Bravissimo! Di fronte (ed era ora, dopo tanti ruoli in film d’azione e inutili) il miglior Colin Firth che si possa vedere ultimamente: una prova di grandissimo attore a cui basta porre la macchina da presa davanti per trasmettere sensazioni, timori, affetto, angosce, sentimento. Il minimo accenno di sorriso con gli occhi puntati all’interlocutore o verso l’obiettivo che è capace di offrire è un pezzo di bravura che pochi possiedono e che possono offrire. Insomma, un duo che domina il film ma che è ben accompagnato da un cast di attori eccellenti, adatti a stare in scena con questi due giganti.

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In tutto ciò, mi ha meravigliato come un giovane regista come Harry Macqueen, che oggi ha solo 37 anni, abbia saputo confezionare, come secondo lavoro, un’opera di questo genere scritto così bene e ben diretto, ma evidentemente è una lacuna tutta italiana in quanto aveva già raccolto giudizi entusiastici nel mondo anglosassone con il film d’esordio (Hinterland) da noi ancora inedito. Necessita recuperarlo. Lui ha il grande merito di aver scritto con delicatezza di amore - a maggior ragione di una relazione omosessuale, dove si può sbagliare facilmente - con forma gentile e profonda, elegante e scherzosa, intima e riservata, dirigendo due attori affiatati come le note di un’armonia, perfetti e sinceri come fossero i protagonisti di una vicenda reale. Bravissimo! Bravissimi!

Le stelle sopra di noi. Prima, durante e dopo. Sempre sopra lì, in alto nel cielo, da loro illuminato. Mentre qualche Supernova semina mille coriandoli di luci e di vita.


 
 
 

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