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Süskind - Le ali dell'innocenza (2012)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 30 gen 2023
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 25 mag 2023


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Süskind - Le ali dell'innocenza

(Süskind) Olanda 2012 dramma biografico 1h58’


Regia: Rudolf van den Berg

Sceneggiatura: Rudolf van den Berg, Chris W. Mitchell

Fotografia: Guido van Gennep

Montaggio: Job ter Burg

Musiche: Nando Eweg, Bob Zimmerman

Scenografia: Hubert Pouille

Costumi: Adina Bucur


Jeroen Spitzenberger: Walter Süskind

Karl Markovics: Ferdinand aus der Fünten

Nyncke Beekhuyzen: Hanna Süskind

Katja Herbers: Fanny Philips

Nasrdin Dchar: Felix Halverstadt

Rudolf Lucieer: David Cohen

Rob van de Meeberg: Abraham Asscher

Peter Post: Albert Konrad Gemmeker

Tygo Gernandt: Piet Meerburg


TRAMA: Amsterdam, estate del 1942. Walter Süskind si ritiene fortunato ad aver trovato un lavoro presso il Concilio Ebraico che gli garantisce protezione dalla deportazione in atto ad opera delle truppe naziste. Il suo compito è quello di organizzare le file dei detenuti ebrei da mandare al lavoro in Germania, ignorando a quale sorte questi vadano incontro fino a quando una notte assiste all'arresto di una coppia i cui piccoli figli riescono a fuggire. Preoccupandosi di quale futuro possano avere dei bambini in una grande città, Süskind decide di prodigarsi per esser loro d'aiuto e metterli in salvo.


Voto 6,5

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Questa è la storia commovente mai raccontata di Walter Süskind, un eroe erroneamente scambiato per un traditore che salvò la vita a centinaia di bambini durante la Seconda Guerra Mondiale, bambini che ebbero la insperata possibilità di crescere in libertà. Il protagonista era uno dei più importanti impiegati del Consiglio Ebraico, organo amministrativo istituito dall'occupante tedesco con l'obiettivo di garantire un'efficace deportazione degli ebrei olandesi.

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Egli, dopo la nascita della figlia, aveva comunicato al fratello adottivo Robert, che già vi risiedeva, la sua intenzione di trasferirsi negli Stati Uniti per proseguire l'attività per la ditta per cui lavorava, ma proprio nel 1941, quando i preparativi per il trasferimento erano stati completati, i nazisti stavano vietando l'emigrazione degli ebrei. Di fonte al teatro dove dovevano presentarsi per essere deportati, c’era un asilo in cui venivano tenuti prigionieri i bambini. Fu a questo punto che Süskind, insieme alla direttrice della struttura per i piccoli, escogitò un sistema per salvarli. Ma per lui e per la sua famiglia le cose non andarono proprio bene.

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Inizialmente pareva che, nonostante i pericoli e i tempi difficilissimi, tutto sarebbe andato per il verso giusto per questo sconosciuto eroe e i suoi cari, perché l’incarico ricevuto di far parte del Consiglio Ebraico da parte dei nazisti sembrava proteggerli, anche per via del fatto che la sua collaborazione (almeno di facciata) lo aveva fatto diventare il responsabile del processo di espulsione della popolazione ebrea e lui e la sua famiglia in quel momento non comparivano nelle liste degli abitanti da deportare. Süskind era entrato presto in contatto con Felix Halverstad e Piet Meerburg e insieme escogitarono il piano per falsificare le liste e quindi salvare i bambini piccoli in particolare. Un piano non facile, per il quale metteva a rischio sia la propria vita che quella della sua famiglia. Per di più, diventando amico del generale tedesco Ferdinand aus der Fünten (Karl Markovics), cercava di nascondere il suo rischioso doppio ruolo.

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Come tutti i film simili a questo, l’atmosfera pesante si affaccia sin dai primi momenti e l’accompagna sino in fondo: ci si accorge di sperare che questo eroe restato sconosciuto alla pubblica opinione possa salvare quanta più gente possibile (un po’ come succede nel film di Steven Spielberg) e la tensione è sempre alta per il timore che l’uomo possa essere scoperto da un momento all’altro, non godendo di sicuro appoggio come successe per Schindler. Era un uomo qualunque e per tale rischiava moltissimo. Inoltre, anche la musica di supporto di Bob Zimmerman e del compositore Nando Eweg merita molti elogi e pur non essendo mai, pregevolmente, eccessivamente dominante, sicuramente contribuisce alla drammaticità di alcune scene.

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Da precisare, nella moltitudine dei film sull’argomento, che questo si diversifica abbastanza dagli altri anche per il fatto di svolgersi in una città di cui raramente il cinema si è occupato per i tragici fatti dell’Olocausto.

Ed è giusto che si celebri Walter Süskind, un personaggio di cui nessuno conosceva la drammatica vicenda, qui ben raccontata.



 
 
 

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