top of page

Titolo grande

Avenir Light una delle font preferite dai designer. Facile da leggere, viene utilizzata per titoli e paragrafi.

Tenet (2020)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 9 set 2020
  • Tempo di lettura: 7 min

Aggiornamento: 20 set 2023


Tenet

UK/USA 2020 fantascienza/azione 2h30’

Regia: Christopher Nolan

Sceneggiatura: Christopher Nolan

Fotografia: Hoyte van Hoytema

Montaggio: Jennifer Lame

Musiche: Ludwig Göransson

Scenografia: Nathan Crowley

Costumi: Jeffrey Kurland

John David Washington: il Protagonista

Robert Pattinson: Neil

Elizabeth Debicki: Kat Sator

Dimple Kapadia: Priya Singh

Michael Caine: Sir Michael Crosby

Kenneth Branagh: Andrei Sator

Martin Donovan: Victor

Fiona Dourif: Wheeler

Jurij Kolokol'nikov: Quinton

Himesh Patel: Mahir

Clémence Poésy: Laura

Aaron Taylor-Johnson: Ives

Denzil Smith: Sanjay Singh

TRAMA: Armato di una sola parola - Tenet - e in lotta per la sopravvivenza di tutto il mondo, il Protagonista è coinvolto in una missione attraverso il mondo crepuscolare dello spionaggio internazionale, che si svolgerà al di là del tempo reale. Non un viaggio nel tempo ma Inversione del flusso del tempo.


Voto 6,5

Come indica il celebre quadrato magico palindromico in lingua latina, composto da cinque parole (SATOR, AREPO, TENET, OPERA, ROTAS) e che dà luogo a un palindromo completo e totale - vale a dire una frase che rimane identica se letta da sinistra a destra e viceversa o dall'alto in basso e viceversa - il film è un complesso thriller d’azione che solo a un regista poteva venire in mente di girare. Quelle misteriose parole, tutt’oggi di incerta interpretazione, sono utilizzate da lui nella trama per dare nomi a personaggi, organizzazioni e quant’altro. Del misterioso quadrato magico scolpito su pietra, una iscrizione ritrovata in frequenti ritrovamenti archeologici, sia in epigrafi lapidee sia in graffiti, se ne trova un esemplare anche sul muro del Duomo della città dove risiedo, Siena (vedi immagine sotto). L’insieme di parole (che appare come un misterioso gioco enigmistico primordiale) così affascinante poteva sfuggire a quel cineasta che ama il mistero, il thriller, l’azione, tutti mescolati in un tourbillon impazzito e senza sosta che di nome fa Christopher Nolan? Infatti, eccoci a parlarne, con un doppio mistero da intuire durante la visione: Tenet e Inversione.


Se per alcuni registi la trama spesso ha poca importanza (vedi Paolo Sorrentino) perché amano sottolineare di più l’aspetto prettamente cinematografico e artistico, per Nolan essa è la spina dorsale su cui poi egli deve imbastire ghirigori temporali con andirivieni da brivido, logici solo se si afferra la concatenazione, spesso anticonvenzionali, ma sempre molto intriganti e ammalianti, che sorprendono fino ad affascinare. Eclatante, in ogni caso, l’occasione del suo (forse) miglior film, Interstellar, dove perlomeno la base scientifica dell’ossatura principale della storia (il volo interspaziale sfruttando l’enorme energia dei buchi neri) ha in un certo qual modo una base e un supporto di scienza (come appunto descritto nel mio approfondimento, lo trovate qui). In questo film la trama è infatti importante e le complicazioni che Nolan ha studiato scrivendone lo script sono intersecate a destra e a sinistra del corso principale, avanti e dietro nella linea temporale, con i personaggi, ma principalmente il Protagonista agente della CIA, che vanno e tornano dalle situazioni successive, ora per cercare di rimediare a errori scoperti in anticipo, ora per compiere la maledetta missione per cui il giovanotto è stato chiamato. Questo ragazzone – 1,75 m. di altezza e 94 kg di peso – è perplesso e stupito sin dal primo incontro con la scienziata che svolge indagini scientifico-chimici sui reperti futuri (!) a loro disposizione, ma non ha il tempo di riflettere, non può mettere in dubbio l’incarico ricevuto, non c’è tempo materiale per ridiscutere i compiti affidatigli: l’azione entra subito in scena e non c’è neanche tempo allo spettatore di riflettere sulle notizie che apprende sin dalle prime scene. Tanto che già le iniziali sequenze sono quelle di una violenta e sanguinosa irruzione di truppe speciali russe nel teatro dell’Opera di Kiev, durante la quale, non subito ma in seguito, scopriamo che era una semplice messa in prova dell’agente per tastarne lealtà e affidabilità. Sin dall’introduzione, quindi, assistiamo ad un’operazione spericolata e spettacolare che si rivela importante anche per un altro aspetto. Ecco in pieno Christopher Nolan!

In tanti hanno scritto pagine e commenti per spiegare la storia e i suoi complicati risvolti e non pochi hanno proclamato la frase “adesso vi spiego quello che non avete capito”. Secondo me invece non è molto difficile capire la linea cronologica della trama, perché la difficoltà e la complessità del film è nel porre la massima attenzione alle continue evoluzioni, all’elastico del “vai e torna” e nel comprendere immediatamente se si sta assistendo ad una scena riguardante il presente o il futuro. Di ordinario credo ci sia solo il castello dei personaggi, iniziando dall’inevitabile determinato Protagonista, poi da un importante personaggio di affiancamento (l’enigmatico Neil, uno sfrontato e coraggioso Virgilio con il compito di guidare e coadiuvare l’agente CIA nelle varie peripezie, interpretato da Robert Pattinson), Sator, il villain che non può mancare (quando ci si mette, Kenneth Branagh è capace di ogni tipo di ruolo) ed infine Kat, la “femmina”, bellissima e triste, sacrificata al cattivo ma in attesa dell’amore vero e di essere liberata (la spigolosa Elizabeth Debicki è così affascinante che per ammirarla si rischia di distrarsi). Vi sembra che Nolan avrebbe mai potuto rinunciare al suo amabile Michael Caine? No, anche se gli affida come al solito una figura secondaria, e stavolta persino di breve apparizione, un cameo insomma. Tutto questo in un vorticoso gioco estenuante (2 ore e mezza) di intrecci di fatti correnti e futuri, con l’azione che si svolge anche sapendo o immaginando il futuro, i cui abitanti scopriremo che decideranno di distruggere la terra per vendetta, avendogliela noi lasciata nel disordine ecologico che conosciamo: mari alti e fiumi secchi. Ma se un nipote uccide il nonno, come fa poi a nascere?

Tecnicamente ineccepibile, il film non è detto che sia di facile comprensione alla prima visione, data la estrema configurazione dell’affascinante trama complicatissima. Una complessa fantascienza al servizio dello spionaggio internazionale con russi, ucraini, americani e così via in perenne battaglia per congiungere 9 algoritmi (attenzione non scritti in maniera informatica come noi li conosciamo, ma addirittura fisici, oggetti materiali con fattura d’antan, che se uniti e montati diventano l’arma più potente mai concepita dall’uomo, con esattezza da una scienziata che, terrorizzata dalla potenza distruttrice della sua invenzione, si era poi suicidata. E come ogni classico, c’è un uomo potente e ricchissimo che vuole mettere le mani su tutti i pezzi per ottenere il potere inimmaginabile e ineguagliabile di decidere le sorti della Terra. Ecco da dove nasce l’impellenza di quel personaggio che ha il compito di salvare l’umanità, che deve riuscire ad evitare non la terza guerra mondiale, ma addirittura la totale distruzione nucleare. Il suo nome? Protagonista, con l’iniziale maiuscola. Ma come diceva il famoso conduttore televisivo, una domanda viene spontanea: non sembra eccessivo l’utilizzo di tanti rebus mentali? Capisco che rimanga una precipua peculiarità di Christopher Nolan quella di intricare la trama arricchendola di capriole temporali e comportamentali, però per voler sorprendere il pubblico vanno anche oltre il sopportabile. È un gioco perverso della mente, un complicato mind game che manda in tilt l’attenzione e forse distrae anche. Non è la prima volta che gli stessi attori affermano candidamente nelle interviste promozionali che loro recitavano senza comprendere al 100% cosa stava succedendo sul set; stavolta John David Washington e Robert Pattinson, ma anche DiCaprio lo ha ammesso senza remore a proposito di Inception. Nolan è bravissimo a dipanare questa sfida cerebrale ma secondo il mio modesto parere non dovrebbe eccedere. Perché - e questo è un suo merito - la parte spettacolare delle scene d’azione di questo film sono bellissime, attanaglianti, emozionanti, girate con grande perizia e consapevolezza di lavorare bene, un vero spettacolo, ma pur sempre mescolate nella mente degli spettatori che non devono perdere il filo complesso dello sviluppo.

Un altro particolare che mi ha impressionato negativamente è che il Protagonista sembra sia un Achille imbattibile e invincibile, praticamente una persona che non poteva (perché non doveva) essere mai perdente nei duelli, negli scontri a fuoco o nel corpo a corpo. Non c’è occasione che si faccia male: rischia più volte di morire, sotto tortura e negli scontri, ma mai che soccomba, e se sta per succedere è solo per un attimo. Solo in un episodio gli scorre appena un filo di sangue dal braccio lungo la mano, ma lui nulla, dice che non è niente e continua. Per giunta sempre perfettamente vestito con giacca e cravatta, come un tecnologico James Bond. Insomma, pura fantascienza senza umanità. L’unica che mostra sensibilità umana, in un mondo di uomini senza sentimenti, è lei, l’affascinante Kat, in attesa del cavaliere che la liberi dalla cella della torre eburnea del lussuoso yacht del potente Andrei Sator. La lunga attesa dell’uscita, procrastinata più volte a causa della pandemia, aveva portato alle stelle aspettative spasmodiche negli innumerevoli fans di tutto il mondo, ma devo ammettere che son rimasto deluso non poco. Grande regia comunque, Nolan non si discute, attori eccellenti, ottime scene di azione, ma ci vuole molta attenzione per capire chi sta operando nel presente e chi sta andando a ritroso dopo essere stato in avanti nel tempo (anche visivamente e contemporaneamente, una discreta mescolanza insomma). Bravi quindi gli attori (almeno per la loro gestualità, con il doppiaggio il giudizio non può essere veritiero) ma guardatevi bene John David Washington: al padre Denzel non si rassomiglia “pe gniente” (cit.) ma osservatelo nel passo, cammina uguale uguale al padre! Abbastanza “neutra” la sua recitazione, alquanto fredda e poco partecipata, forse come richiesta dall’autore, persino seminascosta dal suo barbone che lo caratterizza. Di certo in BlacKkKlansman (leggi qui) lo abbiamo visto più duttile ed efficace (in verità era un bel personaggio, in linea con il sarcastico Spike Lee). Robert Pattinson? Forte, bravo, è un gran figo! Un film lussuoso dal punto di vista tecnico, ma come un giocattolo d’acciaio ha poco calore e lo spettatore non si scalda che in qualche frazione. Un gigantesco video game!

Come uno scherzo del destino, con le frazioni del tempo che va e che viene, con il futuro che si (con)fonde con il presente, succede che due collaboratori fissi di Nolan si son ritrovati impegnati altrove: Jennifer Lame ha montato il film, sostituendo l'abituale collaboratore Lee Smith, impegnato nella post-produzione di 1917, quindi un film precedente; la colonna sonora del film è stata composta da Ludwig Göransson, in sostituzione dello storico musicista di Nolan, Hans Zimmer, già impegnato come compositore in Dune, il film del mio amatissimo Denis Villeneuve che deve ancora uscire. Scherzi temporali? Dispetti di calendari vendicativi? Il Fato vuol dare segnali di indipendenza? Certo è che è andata così.


Riconoscimenti

2021 - Premi Oscar

Migliori effetti speciali

Candidatura per la migliore scenografia

2021 - Golden Globe

Candidatura per la miglior colonna sonora

2021 - BAFTA

Migliori effetti speciali


 
 
 

Comments


Il Cinema secondo me,

michemar

cinefilo da bambino

bottom of page