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Terra di confine - Open Range (2003)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 22 feb 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 16 apr 2024

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Terra di confine - Open Range

(Open Range) USA 2003 western 2h19'


Regia: Kevin Costner

Soggetto: Lauran Paine (The Open Range Men)

Sceneggiatura: Craig Storper

Fotografia: James M. Muro

Montaggio: Michael J. Duthie, Miklos Wright

Musiche: Michael Kamen

Scenografia: Gae S. Buckley

Costumi: John Bloomfield


Robert Duvall: Boss Spearman

Kevin Costner: Charley Waite

Annette Bening: Sue Barlow

Michael Gambon: Denton Baxter

Michael Jeter: Percy

Diego Luna: Button

Abraham Benrubi: Mose

James Russo: sceriffo


TRAMA: Quattro cowboy vagano liberamente per le immense praterie del West insieme alle loro mandrie, vivono dei prodotti da loro coltivati e sono legati dal "codice del West", che impone di battersi per ogni causa giusta pur cercando di evitare ogni violenza. Fino a quando non si scontrano con il proprietario di un ranch che tiranneggia la comunità della cittadina di Harmonville.


Voto 6,5


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Charley Waite e il più anziano Boss Spearman sono due mandriani esperti, il primo è reduce dalla guerra civile, non senza cicatrici anche nell'anima. Hanno due aiutanti, Mose e il giovane Button. Trovano un pascolo perfetto dove fermarsi ma il primo, raggiunta la città, viene picchiato e arrestato. Lo sceriffo è corrotto, la zona appartiene a un irlandese senza scrupoli, Baxter, che minaccia i mandriani e passa alle vie di fatto. Boss e Charley però sono ossi duri e decidono di restare, aiutati dalla sorella del dottore della quale si innamora Waite.


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“Open range” nell'800 indicava i territori del West dove poter far pascolare le bestie in libertà, senza che i latifondisti potessero imporre divieti o recinti, ma quando Charley Waite e il più anziano Boss Spearman, che sono due mandriani esperti - tra l’altro il primo è un reduce dalla guerra civile con ancora pessimi ricordi – arrivano in un pascolo dove pensano di fermarsi, vengono minacciati dal boss del posto.


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Kevin Costner torna sulle praterie con la giusta lentezza e con i bellissimi panorami della terra di confine e i cavalli, non riuscendo però a ripetere i fasti del suo pluripremiato capolavoro che lo ha reso Premio Oscar anche e soprattutto perché il budget non è lo stesso. Il soggetto del film si pone interrogativi sul principio della proprietà e, perché no, anche del capitalismo che diventerà in seguito l’emblema dell’America ricca. È come se un nostalgico cowboy si voglia ribellare alle nuove leggi, ai recinti, alla limitazione della libertà del pascolo per la sua mandria, scontrandosi non solo con la legge ma anche con gli sceriffi corrotti e al servizio del potente del luogo.


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Siamo di nuovo alla frontiera, come ai tempi di “Due calzini” e se Costner è il portatore dell’eterno messaggio del West romantico, l’ottimo Robert Duvall è l’amico fedele dallo sguardo saggio su cui si può sempre contare.

Western classico che guarda al presente.



 
 
 

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