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Testimone d'accusa (1957)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 1 nov 2023
  • Tempo di lettura: 4 min

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Testimone d'accusa

(Witness for the Prosecution) USA 1957 thriller 1h56’


Regia: Billy Wilder

Soggetto: Agatha Christie (racconto)

Sceneggiatura: Billy Wilder, Harry Kurnitz

Fotografia: Russell Harlan

Montaggio: Daniel Mandell

Musiche: Matty Malneck

Scenografia: Alexandre Trauner

Costumi: Edith Head, Joe King


Charles Laughton: Sir Wilfrid Robarts

Tyrone Power: Leonard Stephen Vole

Marlene Dietrich: Christine Helm

Elsa Lanchester: Miss Plimsoll

Una O'Connor: Janet MacKenzie

John Williams: Brogan-Moore

Henry Daniell: Mason

Ian Wolfe: Carter

Francis Compton: giudice

Norma Varden: Emily French

Torin Thatcher: Myers

Ruta Lee: Diana

Philip Tonge: ispettore Hearne


TRAMA: L'avvocato Sir Wilfrid Robarts, che ormai è anziano e ha qualche problema di salute, si trova attratto irresistibilmente dal caso di Leonard Vole per l’omicidio di una donna benestante, tra i più insoliti e movimentati della sua carriera, e decide di difenderlo in tribunale. I due si ritrovano inaspettatamente contro la fredda moglie di Leonard, Christine, la quale, in una sorprendente svolta degli eventi, sceglie di comparire in tribunale contro suo marito.


Voto 9

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Una delle cose più insensate per un appassionato è quella di tentare di commentare presuntuosamente i capolavori di sempre del cinema, come in questo caso, per cui mi limiterò a qualche riflessione per inquadrare una dei lavori più riusciti del grande Billy Wilder. È la storia misteriosa e molto sorprendente di un caso giudiziario elaborata dal regista con tanta abilità e con il consenso ad alcuni cambiamenti da parte della mitica autrice del racconto, Agatha Christie, la quale dette il suo benestare per qualche innovazione, come per esempio l’ingrandimento della parte di Sir Wilfred per dare a Charles Laughton un ruolo di primo piano. Come anche l’invenzione del personaggio di Miss Plimsoll, la sua infermiera. Scegliere poi la vera moglie dell’attore, la simpatica Elsa Lanchester, per quel ruolo fu un altro colpo di genio. Il primo quarto del film avrebbe potuto reggersi in piedi proprio come una commedia, quando i frequenti (ma falliti) controlli di Plimsoll su Sir Wilfrid servono a sorvegliare il regime di salute dell’avvocato, che nel frattempo trama e ansima per ottenere i suoi preziosi sigari e il suo brandy immancabile.

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Ovviamente il film non è una commedia, anzi tutt’altro: è un caso misterioso di assassinio e un dramma giudiziario, che si sviluppa tra l’aula di tribunale e gli avvenimenti esterni, sempre con continui colpi di scena che cancellano (questa è genialità) ogni volta quelli precedenti. Una giostra articolata che non lascia il tempo di stupirsi di una novità che ne arriva un’altra.

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Stiamo ai fatti, almeno a quelli apparenti. Mentre si sta riprendendo da un attacco di cuore, al brillante e caustico Sir Wilfrid Robarts (Charles Laughton) viene presentato un caso di omicidio che lo tenta di tornare all'Old Bailey (il Central Criminal Court), nonostante i rischi per la sua salute. Un affascinante e benestante di nome Leonard Vole (Tyrone Power) è accusato di aver ucciso una vedova benestante più anziana di nome Emily French (Norma Varden), che aveva ceduto al suo incantesimo. L'affascinante, enigmatica, moglie tedesca di Vole, Christine Helm, (Marlene Dietrich) in un primo momento sembra disposta e in grado di fornire un alibi ma è lo stesso avvocato che ha molti dubbi e non riesce proprio a fidarsi del tutto della donna e intuisce che il caso non sarà affatto così semplice e che il suo cliente non se la caverà tanto facilmente. Da qui è tutto un susseguirsi di comportamenti sospetti, di testimoni solo apparentemente sconosciuti e quindi al finale che spiazza tutti.

I ruoli più centrali della trama sono tre, ma anche i personaggi minori hanno la loro influenza alla completa riuscita del film, scritti e interpretati molto bene. Su tutti, senza dubbio, torreggia la straordinaria figura dell’avvocato di Charles Laughton, una delle migliori interpretazioni della sua carriera: il suo Sir Wilfrid è un personaggio completo, a volte insopportabile, altre abbagliante (è proprio il caso di dirlo, dopo la formidabile sequenza del monocolo che riflette la luce) e persino spettacolare dal punto di vista artistico. Una vera performance d’attore.

Appena un gradino sotto, ma solo uno, siede la magnifica Marlene Dietrich, affascinante in ogni scena, anche quando si traveste nel ruolo della misera donna. Sempre elegantissima e ammaliante. Accanto c’è il fantastico Tyrone Power, ormai non più il giovanotto che stregava le donne nei film degli anni ’40 ma ancora in grado di mostrare il suo fascino di uomo maturo capace di ammaliare la donna che viene assassinata. Purtroppo per lui, verrà meno l’anno seguente all’uscita del film, morendo a soli 44 anni.

Fu un vero ed ennesimo trionfo per Billy Wilder, film in cui non disdegnò richiamare le atmosfere di un’altra coppia alquanto anomala come nel suo Viale del tramonto oppure quelle della Germania del dopoguerra come aveva già fatto in Scandalo internazionale con la stessa Dietrich. Il regista lo ricorderemo per sempre per le sue commedie ma questo lavoro è indubbiamente un classico indiscusso del genere poliziesco e chissà quanto lo abbia apprezzato anche sir Alfred Hitchcock, il quale di certo ne avrebbe realizzato una sua personale versione. La preziosità del film sta anche nel fatto che può essere percepito come un precursore indiretto della gloriosa ondata di detective e thriller cinematografici che verranno in seguito, anche per via della scioccante inversione finale, ciò quello che nel linguaggio critico-giornalistico moderno viene definito debunking, il ribaltamento delle illusioni percepite fino ad un certo punto della trama e una radicale rivalutazione delle caratteristiche dei personaggi. Sensazione che arriva fino ai nostri giorni quando torniamo a rivedere I soliti sospetti di Bryan Singer.

Film che non ci si stanca mai di rivedere.

Riconoscimenti

1958 - Premio Oscar

Candidatura al miglior film

Candidatura alla migliore regia

Candidatura al miglior attore protagonista a Charles Laughton

Candidatura alla miglior attrice non protagonista a Elsa Lanchester

Candidatura al miglior montaggio

Candidatura al miglior sonoro

1958 - Golden Globe

Miglior attrice non protagonista a Elsa Lanchester

Candidatura al miglior film drammatico

Candidatura alla migliore regia

Candidatura al miglior attore in un film drammatico a Charles Laughton

Candidatura alla miglior attrice in un film drammatico a Marlene Dietrich


 
 
 

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