The Company Men (2010)
- michemar

- 21 nov 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 8 giu 2023

The Company Men
UK/USA 2010 dramma 1h44'
Regia: John Wells
Sceneggiatura: John Wells
Fotografia: Roger Deakins
Montaggio: Robert Frazen
Musiche: Aaron Zigman
Scenografia: David J. Bomba
Costumi: Lyn Paolo
Ben Affleck: Bobby Walker
Kevin Costner: Jack Dolan
Tommy Lee Jones: Gene McClary
Chris Cooper: Phil Woodward
Maria Bello: Sally Wilcox
Rosemarie DeWitt: Maggie Walker
Craig T. Nelson: James Salinger
Eamonn Walker: Danny
Dana Eskelson: Diedre Dolan
TRAMA: Bobby Walker è uno dei manager addetti alle vendite della GTX, un'azienda che ha diversificato nel corso degli anni le proprie attività. Ha una moglie, due figli e una vita agiata che gli permette di giocare a golf e di possedere una Porsche. Un giorno però, da un momento all'altro, tutto questo inizia a cambiare, perché la GTX ha deciso di chiudere alcune sue attività e migliaia di dipendenti vengono licenziati. La stessa sorte toccherà di lì a poco a Phil Woodward, uno dei manager che hanno visto nascere l'azienda. Anche Gene McClary, co-fondatore, viene messo in una posizione di minoranza che gli crea non pochi ripensamenti.
Voto 6,5

Queste continue crisi, che sono di varia natura, da quella che infesta da più anni, quella finanziaria, poi la pandemia, quindi la indesiderata guerra (ma quando finiremo di parlare di crisi?) hanno dato la possibilità agli autori di cinema di raccontarle in centinaia di modi, con tantissime storie riguardanti tutti noi, compreso i conseguenti risvolti umani e sociali. Ovviamente, quella che pare perenne, la finanziaria, non ha riguardato ovviamente solo i dipendenti e gli operai, ma ha duramente toccato anche i manager delle aziende, che si son trovati dall'oggi al domani a dover mettere tutto negli scatoloni e tornare a casa per dire alla moglie che non hanno più lavoro. Negli Usa va così.

John Wells, regista che ha raggiunto l’apice con lo straordinario I segreti di Osage County, ce ne fornisce un chiaro esempio con un film che come tanti altri ci dimostra che spesso il Grande Sogno Americano non è mai duraturo e può condurre ad effetti devastanti nella vita della gente. Che fino ad un attimo prima neanche prevedeva quello che sta succedendo, o perlomeno credeva che impossibile potesse mai riguardare loro. Le conseguenze le si notano bene vedendo che da una parte c’è la vita agiata a cui questi manager erano sempre abituati (ville di lusso, figli al college, viaggi all’estero e Porsche); dall’altra si assiste al progressivo sgretolamento delle loro certezze. Colloqui di lavoro che mandano in bestia, fuoriuscita dai club esclusivi, suicidi, tutto descritto con uno stile tradizionale (il regista viene dalla TV), lineare, solido.

Dov’è la debolezza di questo sistema finanziario? Sicuramente nello stesso aggettivo, perché il mestiere dei manager di questa lucrosa (quando tutto viaggia a gonfie vele) professione è riassunta in alcune frasi esplicative: Noi non facciamo niente, non costruiamo niente. Facciamo soldi! E allora, se la vita si misura col danaro, tutto diventa sacrificabile al dio avido di soldi. Quando il mercato arretra chiede sempre il conto e noi, barbari, ci siamo seduti al tavolo del ristorante di lusso con il portafoglio vuoto. E sapete cosa succede non poche volte? Che la ripresa è possibile, ma bisogna sporcarsi le mani.

Uscita in anteprima al Sundance Film Festival 2010, la pellicola affronta molto bene questo argomento e John Wells ce lo racconta ingaggiando un cast di assoluto livello. Se poi succede che la ben nota impassibilità (inespressività?) di Ben Affleck fa a pugni con il talento dei comprimari di lusso Tommy Lee Jones e Chris Cooper non fa nulla, perché il film svolge bene il suo compito. Soprattutto quando compare Kevin Costner.






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