The Departed - Il bene e il male (2006)
- michemar

- 6 giu 2019
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 21 set

The Departed - Il bene e il male
(The Departed) USA/Hong Kong 2006 poliziesco 2h31’
Regia: Martin Scorsese
Sceneggiatura: William Monahan
Fotografia: Michael Ballhaus
Montaggio: Thelma Schoonmaker
Musiche: Howard Shore
Scenografia: Teresa Carriker-Thayer
Costumi: Sandy Powell
Leonardo DiCaprio: Billy Costigan
Matt Damon: Colin Sullivan
Jack Nicholson: Francis “Frank” Costello
Mark Wahlberg: Dignam
Martin Sheen: Oliver Queenan
Ray Winstone: Mr. French
Vera Farmiga: Madolyn
Anthony Anderson: Brown
Alec Baldwin: Ellerby
TRAMA: Per catturare il potente e spietato boss Frank Costello, la polizia di Boston decide di infiltrare nella banda una giovane recluta, Billy Costigan, nato proprio nel quartiere del gangster. Ma i criminali non stanno a guardare: a loro volta controllano i poliziotti, grazie alla talpa Colin Sullivan, anche lui cresciuto per le strade della violenta South Boston. La spia farà carriera proprio nell’unità speciale di investigazione del dipartimento, la squadra che darà la caccia al mafioso.
Voto 8,5

Tornando al suo genere prediletto, il gangster-movie, Martin Scorsese prende spunto dal riuscito Infernal Affairs di matrice Hong Kong, diretto da Andrew Lau e Alan Mak, e ne riporta anche l’intimo spirito orientale, con tanto di alone filosofico, di raddoppi di personaggi e di violenza al limite dell’ironia più lampante. Il buon Martin torna quindi ai suoi cari mafiosi anche se stavolta non di origine italiana ma irlandese - che sangue caldo, però! – sostituendo i suoi amati grattacieli newyorkesi con quelli di Boston e proiettando la trama in una Hell Street, dove l’inferno della strada sembra proprio inevitabilmente la strada per l’inferno.

Vedendo i due film uno dopo l’altro diventa inevitabile fare un raffronto e stabilire le attinenze e le differenze, che saltano evidenti all’occhio: prima di tutto, senza cancellare quello spirito di cui detto prima, si evidenzia l’ambientazione e l’atmosfera americana al 100%, come succede anche – e questo è ovvio – ai personaggi, alla mentalità, al modo di comportarsi, al reagire alle varie situazioni, ai caratteri. La caratteristica principale, però, elemento che nell’originale non è indagato a fondo, è la solitudine di cui è pervasa in entrambi i personaggi principali. Billy e Colin sono due giovani con un background familiare devastante, che li ha fatti diventare uomini sbandati e sofferti, che ha distrutto loro la capacità di guardare al futuro alla pari degli altri adolescenti. Peggio di tutti sta messo il Costigan (uno dei meglio riusciti DiCaprio): il malessere che porta dentro, l’instabilità affettiva e il bisogno estremo di essere amato e amare, nascosti dalla perenne maschera rabbuiata, lo portano sempre ad un approccio sbagliato con le persone. È in questo campo introspettivo che Martin Scorsese lavora in contemporanea mentre sviluppa una storia violenta, e imprevedibile, in cui tutto può accadere da un momento all’altro. In attesa solo del redde rationem che avverrà sulla terrazza dove si regolano tanti conti. Solo poco più in alto di un sesto piano, tanto proiettato verso il Paradiso del Bene ma tanto vicino all’Inferno del Male. Un film da cui non può uscire alcun vincitore.

Dal suo canto il distributore italiano ha pensato (bene? mah!) di aggiungere al titolo originale la specifica della eterna battaglia dell’uomo combattuta nel suo intimo e contro gli altri: il Bene e il Male. Dio e il diavolo, Dio e Mammona, l’amore e l’odio, l’umanità e l’egoismo, la generosità e l’avarizia: quanti volti hanno questo Bene e questo Male! Spesso l’uomo è entrambi ed è difficile stabilire dentro di sé la consistenza di una parte rispetto all’altra, per cui tante volte ci si comporta con opportunismo assecondando l’uno o l’altro, peccando di coerenza. Il caso classico è quello di due individui che invece ne rappresentano le fattispecie perfette e quindi opposte: uno è fedele ai principi di giustizia e di onestà, l’altro è un vero e proprio criminale senza alcuna recriminazione. E sarà inevitabilmente la battaglia. Fisica, psicologica, di strategia, ma battaglia, fino all’epilogo terminale immancabile, come il classico duello finale di un western, perfetta rappresentazione dell’antica ed eterna disputa tra le due anime.

Un agente di polizia si intrufola nella organizzazione mafiosa, come una talpa preziosa di informazioni, mentre un suo collega viene contattato e assoldato dalla stessa malavita per scopi simmetricamente opposti e Martin Scorsese gioca a lungo (mai breve il regista, questa volta circa 2 ore e 31 minuti) con coincidenze sfiorate, appostamenti falliti, sospetti, conferme fasulle, violenze dimostrative, sempre con la tensione palpabile con cui si costruiscono le storie dei grandi film. Per fare questo ha avuto bisogno di due attori con la predisposizione ad essere sia buoni che cattivi. Leonardo DiCaprio e Matt Damon. Ad entrambi è bastato un taglio di capelli giusto, uno sguardo ora tosto ora sorridente, un abbigliamento consono alla parte da rappresentare a seconda delle circostanze, ambigui sempre. Il gioco è fatto. Anche sui livelli dei grandi attori che completano un cast molto ragguardevole: far diventare Jack Nicholson un diavolo d’uomo è semplicissimo, basta chiederglielo e lui alza le sopracciglia per trasformarsi in Mefistofele, cattivo fino allo spietato senza il minimo scrupolo; suo oppositore e nemico giurato non può essere che il viso di brav’uomo per antonomasia di Martin Sheen, che pagherà carissimo la sua generosità. E in mezzo, come emissari, due personaggi dalla doppia vita, pericolosamente l’uno contro l’altro, con problemi psicologici di non facile soluzione e perfino con una donna da contendersi, in bilico anch’essa tra Billy e Colin, il Bene e il Male.

Il grande Martin Scorsese dirige insomma alla sua maniera, come tornato ai fasti dei Goodfellas. Oltre alla sua solita irresistibile rock-compilation che accompagna, scuote e dà il ritmo alle sequenze, il risultato appare subito inevitabile: Oscar al film, alla regia, alla splendida sceneggiatura di William Monahan e al montaggio della fidata ed eterna collaboratrice Thelma Schoonmaker, tra le artefici della riuscita confezione del film. Che ci parla del bene e del male, come una coscienza che ci risveglia quando stiamo per addormentarci, che ci ricorda cosa abbiamo combinato nella giornata trascorsa.

"Abbiamo fatto vincere il bene o il male?" Su quella maledetta terrazza della sequenza finale chi ha vinto?
Dopo le emozionanti sequenze con The Rolling Stones, Patsy Cline, John Lennon, Joe Cuba, Van Morrison, Gaetano Donizzetti e Antonín Dvorák, i titoli di coda partono con la chitarra di Roy Buchanan e la sua Sweet Dreams: brividi.
Il film di Andrew Lau e Alan Mak è molto bello, ma questo è in assoluto uno dei migliori di Martin Scorsese.

Tra i 99 premi e le 141 candidature totali, risaltano:
Riconoscimenti
2007 - Premio Oscar
Miglior film
Miglior regia
Migliore sceneggiatura non originale
Miglior montaggio
Candidatura miglior attore non protagonista a Mark Wahlberg
2007 - Golden Globe
Miglior regia
Candidatura miglior film drammatico
Candidatura miglior attore in un film drammatico a Leonardo DiCaprio
Candidatura miglior attore non protagonista a Mark Wahlberg
Candidatura miglior attore non protagonista a Jack Nicholson
Candidatura migliore sceneggiatura
2007 - Premio BAFTA
Candidatura miglior film
Candidatura miglior regia
Candidatura miglior attore protagonista a Leonardo DiCaprio
Candidatura miglior attore non protagonista a Jack Nicholson
Candidatura migliore sceneggiatura non originale
Candidatura miglior montaggio






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