top of page

Titolo grande

Avenir Light una delle font preferite dai designer. Facile da leggere, viene utilizzata per titoli e paragrafi.

The Falls (Le cascate) (2021)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 30 giu 2022
  • Tempo di lettura: 6 min

ree

The Falls (Le cascate) (2021)

(Pu bu) Taiwan 2021 dramma 2h9’


Regia: Chung Mong-hong

Sceneggiatura: Chung Mong-hong, Chang Yao-Sheng

Fotografia: Chung Mong-hong

Montaggio: Lai Hsiu-hsiong

Musiche: Lu Lu-Ming

Costumi: Hsu Li-Wen


Alyssa Chia: Lo Pin-wen

Gingle Wang: Xiao Jing

Lee Lee-zen: Wang Qi-wen

Chen Yi-wen: Mr. Chen

Liu Liang-tso: portiere

Yang Li-yin: domestica

Chang Shao-huai: dottore

Hsu Wei-ning: dottore

Waa Wei: Ru-xuan


TRAMA: Durante la quarantena, il rapporto tra madre e figlia prende una svolta inaspettata.


Voto 7

ree

Quando una compagna di classe viene trovata positiva al Covid-19, la giovane Xiao Jing inizia il periodo di quarantena a casa. La madre, Pin-Wen, viene a sua volta invitata dall’azienda per cui lavora a prendersi un periodo di congedo. Le due si trovano confinate insieme e la già difficile relazione tra madre e figlia diventa ancora più tesa. Dopo alcuni strani episodi, a Pin-Wen è diagnosticato un disturbo psicotico e la donna viene ricoverata in ospedale. Soltanto a questo punto Xiao Jing si rende conto che la madre è davvero malata. Nuvole cariche di difficoltà si addensano sul futuro a causa della malattia, della perdita del lavoro e dei debiti: sarà invece proprio la malattia mentale a guidare la vita della figlia e della madre verso direzioni impreviste, e a sciogliere i nodi che da tanto tempo imprigionavano i loro cuori. Nel momento in cui cade, Pin-Wen scopre che soltanto la figlia può aiutarla a non crollare.

ree

Ogni tanto, ma meno di quello che forse ci si sarebbe potuto aspettare, il cinema si occupa di storie ambientate durante il periodo peggiore della pandemia (sperando di averlo messo alle spalle, che non torni più, insomma), che tutti vorremmo dimenticare, specialmente per quei giorni del lockdown, l’intervallo più difficile da vivere. Che abbia portato conseguenze psicologiche, di occupazione, di produzione commerciale e via dicendo è ovvio e non tutti ne sono usciti al meglio, molte conseguenze, soprattutto morali, ci sono state e forse si trascinano ancora oggi, in particolar modo sulla popolazione giovanissima e sui bambini, che certamente non capivano il brusco cambiamento di vita. Questa è una bellissima storia ma purtroppo angosciosa, sicuramente realistica, tutta raccontata e filmata con lo stile pregevolissimo del cinema orientale, quello dell’apprezzato regista taiwanese Chung Mong-hong, già autore, per esempio, del poetico e meraviglioso A Sun.

ree

Le protagoniste principali sono due: Lo Pin-wen e la figlia diciottenne Xiao Jing, che vivono in un confortevole appartamento sito in un modernissimo condominio, in questo periodo avvolto da coperture blu per lavori di impermeabilizzazione. Sono sole perché il marito della signora ha voluto divorziare tre anni prima e vive altrove: la ragazza va a scuola mentre lei è una dipendente di un certo livello in una multinazionale, sicuramente ben remunerata. Ma la crisi pandemica, come ben sappiamo, ha sconvolto tutto e anche quella impresa decide di mettere in congedo momentaneo molti dipendenti o ridurre loro lo stipendio di una percentuale incisiva. Lo Pin-wen è angosciata perché le rate del mutuo sono pesanti ed è in ritardo con le spese condominiali e con i pagamenti della colf da tre mesi. I contraccolpi psicologici della donna sono pesanti e hanno una triplice motivazione che vanno a sommarsi fino a colpire duramente la sua stabilità mentale, brutto fenomeno in cui, quando succede, il malato non si accorge e anche i parenti sottovalutano non immaginando la realtà.

ree

Il divorzio non aveva lasciato strascichi solo apparentemente, perché dopo quei tre anni sta cominciando a portare le conseguenze: lei non ha mai capito e ammesso perché il marito la abbia lasciata, è molto delusa ed anche la figlia lo è quando contatta il padre e scopre la famiglia che si è rifatta, persino con un figlio con una età maggiore dei tre anni di distacco, che quindi già esisteva al momento della separazione. Pensava di trovare una sponda per aiutare le difficoltà della madre ed invece trova una situazione che la fa sentire ancora più frustrata. Quando la donna viene messa al corrente della sospensione dal lavoro subisce un altro colpo amaro. E non è tutto: un giorno la ragazza, in un ambiente dove tutti sono con la mascherina protettiva, torna da scuola e si barrica nella sua camera perché la compagna del banco alle sue spalle è risultata positiva al Covid e lei per prudenza intima alla madre di non avvicinarsi. La terza botta non è del tutto negativa per la donna, piuttosto la situazione precipita a cause delle intemperanze caratteriali che, come sappiamo, contaminano tutti giovani ad una certa età: Xiao Jing forse non ha mai interloquito molto con la madre, molto impegnata al lavoro (perso) e in questo periodo la situazione è peggiorata. È la mazzata finale che destabilizza la mente della mamma. Prima il divorzio, poi il lavoro, ed infine la figlia che si chiude a chiave in cameretta lasciando alla madre solo bigliettini in cui le intima di non disturbare e perfino una scritta con il dito nel curry che la madre aveva cucinato per lei per provare ad ammorbidire la circostanza: bitch, le scrive nel piatto. Da quel momento il mondo psicologico della donna ha un crollo totale e quando la figlia se ne accorge è ormai troppo tardi: la mamma è ricoverata in un ospedale della città dopo che era stata trovata vagante per le strade di notte.

ree

Quanti danni mentali ha fatto la pandemia? Non lo sapremo mai, lo scopriremo chissà quando. Lo Pin-wen fa a finire in un ospedale psichiatrico e curata con i farmaci che le alleviano non poco la condizione, mentre, nel frattempo, avviene quasi un miracolo. La giovane si accorge che è finito il tempo della vaghezza e dell’adolescenza senza responsabilità. La madre ha bisogno del suo sostegno morale e fisico, ha necessità di un aiuto che le dia conforto, è nella impossibilità di cavarsela da sola. Xiao Jing avverte tutto ciò, cresce in un attimo, avverte che tutto dipende da lei, dal momento che sul padre è inutile contare. Invece di convincere la madre della realtà falsata che crede di vedere, la asseconda per aiutarla meglio: ci sono i poliziotti nel corridoio che la minacciano? Lei provvede a cacciarli, tranquillizzandola efficacemente. Ha visto un lungo serpente aggirarsi una notte nella casa che si è nascosto dietro la televisione? Lei chiama i pompieri. Il bello è che il serpente, questa volta c’è davvero! Quando le medicine cominciano a fare effetto, la donna trova anche un lavoro in un supermercato della Carrefour (l’occidente è vicino!) come addetta al reparto latte, benevolmente accolta dal responsabile che è vedovo e che inizia addirittura a farle la corte.

ree

Le cose andranno così bene che la ragazza si concede una piccola gita con la scuola lasciando sola la mamma ormai consapevole della sua vita. Le cascate? Sono quelle che metteranno a repentaglio la vita della giovane facendo arrivare una piena pericolosa sul torrente dove le studentesse giocano e Pin-wen vede tutto al notiziario della TV. Potrebbe essere il colpo decisivo per la sua salute mentale e metter fine ai piccoli ma positivi cambiamenti di questa parte di vita. Finale col fiato sospeso. In ogni caso, è ancora un film, parallelamente al bel film di Carlo Sironi, Sole, in cui un adolescente si fa carico di un problema grande che prima non pensava dovesse affrontare: la ragazza capisce l’importanza del suo ruolo nell’ambito della piccola famiglia e non si tira indietro. In maniera commovente accetta ciò che il destino le sta indicando, assume le vesti di chi ha un compito importante da assolvere, diventa la tutrice della madre, che finalmente elabora e metabolizza gli eventi sgraditi e affronta la vita per quello che è. Un rapporto burrascoso, ma perfettamente nei binari della crescita di una famiglia dove tra genitori e figli è normale che succeda qualche incomprensione, che si creino attriti prevedibili, dovuti alla gioventù e alle legittime attese del papà e della mamma. Tutto questo viene raccontato dall’eccellente Chung Mong-hong con estrema delicatezza, con ispirazione tutta orientale, delineando le figure di tutti i personaggi con cura anche se alcuni compaiono poche volte, dote che non tutti i registi son capaci di realizzare. Non nuovo a discorsi su disequilibri affettivi e precarietà anche sociali. Molto brave le due donne Alyssa Chia e Gingle Wang nei rispettivi ruoli di madre e figlia, e ancora una volta, come in A Sun, troviamo Chen Yi-wen in un ruolo delicato e salvifico, quello di Mr. Chen che offre il lavoro alla protagonista.

ree

Film gentile nella sua drammaticità, che appassiona e che offre un significato alle sofferenze che affrontiamo tutti i giorni, in cui le cascate della vita vanno tenute sempre d’occhio, che siano vere d’acqua, che siano le vicissitudini che affrontiamo quotidianamente: quando crolliamo lo facciamo come torrenti in piena ma quando ci rialziamo siamo in grado di riaffrontarle. In fondo, anche la pandemia ci ha messi tutti alla prova e solo la forza d’animo e il carattere ci hanno tenuti a galla, anche per ricordarci di chi purtroppo ci ha lasciati a causa del maledetto virus.


 
 
 

Commenti


Il Cinema secondo me,

michemar

cinefilo da bambino

bottom of page