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The Great Debaters - Il potere della parola (2007)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 20 dic 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 2 giu 2023


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The Great Debaters - Il potere della parola

(The Great Debaters) USA 2007 dramma biografico 2h6’


Regia: Denzel Washington

Sceneggiatura: Robert Eisele

Fotografia: Philippe Rousselot

Montaggio: Hughes Winborne, John Breinholt

Musiche; James Newton Howard, Peter Golub

Scenografia; David J. Bomba

Costumi; Sharen Davis


Denzel Washington: Melvin B. Tolson

Forest Whitaker: dr. James Farmer Sr.

Nate Parker: Henry Lowe

Jurnee Smollett: Samantha Booke

Jermaine Williams: Hamilton Burgess

Denzel Whitaker: James Farmer Jr.

Gina Ravera: Ruth Tolson

John Heard: sceriffo Dozier

Kimberly Elise: Pearl Farmer

Devyn A. Tyler: Helen Farmer

Trenton McClain Boyd: Nathaniel Farmer


TRAMA: La vera storia di Melvin B. Tolson, poeta e docente a Wiley College, piccola università del Texas riservata a studenti neri, che nel 1935 fondò una squadra di dibattiti della scuola allo scopo di competere con college più prestigiosi e lottare contro i pregiudizi razziali.


Voto 7

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Non nascondiamo una sacrosanta verità.

Una cosa è raccontare alla gente le ferite che il movimento per i diritti civili ha tentato di riparare nel tessuto sociale degli Stati Uniti (come d’altronde altrove) e un'altra cosa è mostrarle. Sfortunatamente, troppi film realizzati sul razzismo perdono potere per due motivi: una certa tendenza a predicare con belle parole e una comprensibile (ma inefficace) riluttanza a mostrare la vera brutalità di ciò che è successo. Ebbene, nessuno di questi due difetti affligge la seconda opera da regista di Denzel Washington, che, orgogliosamente e polemicamente come piace a lui quando deve affrontare il problema razziale, narra dell'ascesa di una squadra di “dibattiti” da un piccolo college nero del Texas durante gli anni ‘30.

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Evidenziando i temi del successo individuale in uno scenario scoraggiante, il grande attore fornisce eroi che possono essere ammirati indipendentemente dalla loro razza, anche se il colore della pelle è una parte influente della storia. Più significativamente, non esita a mostrare gli aspetti più oscuri della natura umana. Per far maggior scalpore e destare la giusta attenzione non rinuncia neanche a qualche sequenza ideata per scioccare e inorridire, e ci riesce. E senza intenti di sfruttare lo scandalo per far parlare del film, ma giustificando l’utilizzo come elemento necessario per comprendere i personaggi e le loro motivazioni: Denzel Washington rende evidente come il razzismo sia più orribile e insopportabile che chiamare qualcuno con nomi degradanti o insultare.

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Il film ci mostra come il team selezionato da Tolson sia composto da quattro individui molto diversi. Henry Lowe (Nate Parker) è un giovane sfacciato e schietto i cui anni di lettura gli hanno dato una ricchezza di conoscenze su tutti gli argomenti. Samantha Booke (la focosa Jurnee Smollett), unica donna della squadra, crede che l'esperienza le servirà sicuramente mentre lotta per diventare la terza donna avvocato nero in Texas. James Farmer Jr. (Denzel Whitaker) è un prodigio di 14 anni la cui rigida etica del lavoro è tramandata da suo padre (Forrest Whitaker), predicatore e professore a Wiley. Infine, Hamilton Burgess (Jermaine Williams) è un giovane conservatore che preferisce tenersi alla larga dalle polemiche sul palco del dibattito. Le intenzioni del film sono principalmente quelle di mescolare l'interazione di questi personaggi tra loro e con le rispettive famiglie, ma anche di raggiungere il successo sia nei dibattiti che nella lotta per l’eguaglianza in un Paese in cui questo non è affatto scontato.

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Invece, l’intento del film e del regista è quello di raggiungere l’obiettivo di realizzare tutto ciò anche creando il giusto legame con lo spettatore, tra gli alti e i bassi della storia, tra gli attimi di razzismo e le soddisfazioni che l’arduo compito riesce a dare. Anche, e persino, con qualche scena molto violenta che serve allo scopo. I dibattiti, molto ben scritti, sono efficaci ai fini del soggetto ma ciò porta inevitabilmente a far diventare il film molto verboso e impegnativo ai fini dell’ascolto e dell’attenzione: se non fosse stato, però, costruito giustamente in questa maniera non sarebbe servito allo scopo illustrativo e edificante. Anzi, proprio per questo è uno dei migliori film degli ultimi decenni per affrontare le questioni della disuguaglianza razziale e il modo in cui gli individui la possono risolvere.

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Tutto vero, tutto accaduto, anche se con qualche nome modificato, e qualcosa è stato adattato per motivi di sceneggiatura, ad iniziare dal fatto che la finale del torneo non fu storicamente contro la squadra di Harvard ma contro quella dell'università del Sud della California. E, come conferma delle difficoltà esistenti allora (siamo appunto ancora negli anni ’30) anche dopo la storica vittoria con i campioni in carica, il gruppo non poté mai fregiarsi del titolo di vincitori: agli afroamericani, infatti, non era permesso partecipare ufficialmente ai dibattiti, fino a dopo la Seconda Guerra Mondiale. Quanta strada bisognava ancora fare!

Molto attenti e partecipi gli attori sotto la direzione del gigante Denzel Washington, il quale, va dato atto, da regista si è sempre impegnato al massimo trattando argomenti etnici.

Tutti bravi in un buonissimo film che dimostra la potenza della parola.


Premi

2008 – Golden Globe

Candidatura miglior film drammatico



 
 
 

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cinefilo da bambino

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