The Life of David Gale (2003)
- michemar

- 22 feb 2019
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 22 ott

The Life of David Gale
USA, Germania, UK 2003 dramma 2h10'
Regia: Alan Parker
Sceneggiatura: Charles Randolph
Fotografia: Michael Seresin
Montaggio: Gerry Hambling
Musiche: Alex Parker, Jake Parker
Scenografia: Geoffrey Kirkland
Costumi: Renee Ehrlich Kalfus
Kevin Spacey: David Gale
Kate Winslet: Bitsey Bloom
Laura Linney: Constance Harraway
Lee Ritchey: Joe Mullarkey
Gabriel Mann: Zack Stemmons
Matt Craven: Dusty Wright
Rhona Mitra: Berlin
Leon Rippy: Braxton Belyeu
Melissa McCarthy:Nico/Goth Girl
TRAMA: David Gale, docente alla Texas University e avvocato che si batte per l'abolizione della pena capitale, viene ingiustamente condannato a morte per aver violentato e ucciso un'attivista. Per dimostrare la sua innocenza, decide di rilasciare un'intervista alla giornalista Bitsey Bloom.
Voto 7,5

Il britannico Alan Parker parte per gli USA e va a dare una lezione morale per giunta su un argomento molto scottante, che fa sempre discutere anche nella patria della libertà e della democrazia (almeno così si autodefinisce). L’argomento in questione tanto importante, che vede gli americani divisi in due folte schiere, riguarda la sciagura e la discutibilità della pena capitale e quindi, anche e di conseguenza, della non rara fallibilità delle sentenze giudiziarie, soprattutto quando queste appunto portano alla condanna estrema a cui non si può porre più rimedio. Tante domande a cui spetta a noi rispondere, ammesso che sia possibile e che ci riusciamo. Della difficoltà di questo fondamentale dibattito civile e giudiziario ce ne accorgiamo se dedichiamo la giusta attenzione anche a questo film così impegnato.

Per presentarlo però bisogna evitare di esporre troppo il contenuto e la trama di questo interessante e bel film al fine di non scoprire troppo le carte e spoilerare il sorprendente finale, facendo perdere gran parte il gusto dei vari colpi di scena. Ma è tutta la seconda parte della trama che acquista vigore e suspense man mano che il filo si dipana e rivela retroscena inaspettati. La bravura del regista ci regala più piani di osservazione perché al nocciolo centrale della storia aggiunge la passione sull’argomento giudiziario e il rapporto che nasce tra i due personaggi principali: il militante del movimento anti-pena capitale e la cronista che viene inviata a intervistarlo. Lui le racconta una “verità” un po’ particolare ma in realtà la vuole condurre su altro. Il gioco è difficile e quasi masochistico ed è su questo livello che il film si gioca tutta la sua attrattiva anche spettacolare.

Il ritmo dei flashback è frenetico, montati con sapienza, dando maggiore ansia a tutta l’opera. I due attori protagonisti sono bravissimi ma il talento sempre ambiguo e attrattivo di Kevin Spacey è fondamentale per la riuscita del film. Il suo sguardo non rivela mai se il suo comportamento è coerente con quello per cui combatte da tanto tempo o è in funzione dello scopo che si è prefisso.
Un film potente dove i salti all’indietro risultano molto efficaci ai fini della narrazione, un film che fa per forza riflettere e pone quesiti a cui è difficile rispondere. Se Spacey è un maestro di recitazione, non di meno sono le due presenze femminili di gran pregio: Kate Winslet e Laura Linney. Un film che colpisce e appassiona come un thriller.

"Vivere secondo i desideri non vi renderà mai felici, per essere pienamente umani bisogna cercare di vivere secondo le nostre idee ed i nostri ideali, non certo misurando la vita in base a quanto avete raggiunto di quello che desideravate, ma in base ai piccoli momenti di integrità, compassione, razionalità, a volte anche di sacrificio. Perché alla fine se vogliamo davvero misurare il significato della nostra vita, dobbiamo dare valore alla vita degli altri."






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