The Prestige (2006)
- michemar

- 27 giu 2022
- Tempo di lettura: 4 min

The Prestige
USA/UK 2006 thriller/fantasy 2h10'
Regia: Christopher Nolan
Soggetto: Christopher Priest (romanzo)
Sceneggiatura: Jonathan Nolan, Christopher Nolan
Fotografia: Wally Pfister
Montaggio: Lee Smith
Musiche: David Julyan
Scenografia: Nathan Crowley
Costumi: Joan Bergin
Christian Bale: Alfred Borden / Bernard Fellon
Hugh Jackman: Robert Angier / GeraldRoot
Michael Caine: John Cutter
Scarlett Johansson: Olivia Wenscombe
Rebecca Hall: Sarah
Piper Perabo: Julia McCullough
Samantha Mahurin: Jess Borden
David Bowie: Nikola Tesla
Andy Serkis: Alley
Roger Rees: Owens
TRAMA: Due giovani maghi apprendisti, Robert Angier e Alfred Borden, vengono istruiti e seguiti da Cutter, un ingegnere illusionista ed ex mago, ma durante un numero in cui una donna viene legata e messa in una cassa di vetro piena d'acqua, qualcosa va storto e Angier incolperà l'amico dell'accaduto, tentando di vendicarsi. Inizia così un crudele gioco tra i due uomini su chi sia il migliore e la rivalità si trasformerà pian piano in ossessione.
Voto 7

Londra, fine '800. L'illusionista Alfred Borden, detenuto in galera con l'accusa di aver ucciso il suo collega e rivale Robert Angier, viene in possesso del diario del defunto e, leggendolo, ripercorre gli anni di astio e rivalità avuti in passato, quando i due giovani erano semplici aiutanti di mister Cutter, uno scenografo esperto in illusionismo, presso il teatro Orpheum di Londra. Questo solo per capire la struttura del film, ma la voce fuori campo del maestro dell’illusionismo John Cutter è una lezione-rivelazione che svela – in qualità di inventore e ingegnere di trucchi magici, a una bambina e al pubblico - in cosa può consistere realmente uno spettacolo di questo genere, in pratica i cardini su cui deve poggiare solidamente l’esibizione. “Ogni numero di magia è composto da tre parti o atti. La prima parte è chiamata ‘la promessa’. L'illusionista vi mostra qualcosa di ordinario: un mazzo di carte, un uccellino o un uomo. Vi mostra questo oggetto. Magari vi chiede di ispezionarlo, di controllare che sia davvero reale... sì, inalterato, normale. Ma ovviamente... è probabile che non lo sia. Il secondo atto è chiamato ‘la svolta’. L'illusionista prende quel qualcosa di ordinario e lo trasforma in qualcosa di straordinario. Ora voi state cercando il segreto... ma non lo troverete, perché in realtà non state davvero guardando. Voi non volete saperlo. Voi volete essere ingannati. Ma ancora non applaudite. Perché far sparire qualcosa non è sufficiente; bisogna anche farla riapparire. Ecco perché ogni numero di magia ha un terzo atto, la parte più ardua, la parte che chiamiamo ‘il prestigio’.”

Chi, se non Christopher Nolan, poteva maneggiare meglio di tutti i registi in circolazione e con enorme abilità l’argomento dei trucchi, lui che si è specializzato nel cinema con trame contorte che seguono un percorso che sembrano davvero giochi di prestigio? La dimostrazione ennesima è giunta proprio con il film più complicato che è dato di vedere ultimamente: Tenet.

Questo film può ingannare se lo si sottovaluta e lo si guarda come un semplice racconto d’avventure e magia. In realtà Christopher Nolan firma un’opera sorprendente e spettacolare, dove – come spesso gli accade – non sempre quello che si vede è la realtà e la verità non è sempre unica, come i personaggi. Robert Angier e Alfred Borden, due celebri maghi, si conoscono da quando erano prestigiatori in erba, avendo avuto lo stesso maestro, John Cutter, appunto. Ma con il passare del tempo, una rivalità nata dopo un tremendo incidente sul palcoscenico è cresciuta, a colpi di sfide e tradimenti, fino a trasformarsi in reciproca ossessione.

Il film richiede attenzione anche visiva, sin dall’incipit in cui si ascolta: “Osserva attentamente!”. Film anche parecchio costoso, lusso che il regista si è potuto concedere dopo il successo del primo Batman (Batman Begins), e quindi si è anche permesso il lusso di un ricco cast di prim’ordine, con conseguente grande successo e perfino un paio di candidature agli Oscar (fotografia e scenografia). La struttura della storia è perfettamente congegnata e originale ma chiunque ne avrebbe fatto solo un buon film e il merito è tutto e senz'altro del regista che riesce a far prendere allo spettatore le parti dell'uno e dell'altro a seconda delle situazioni, trasportandolo in un'altra epoca, con l’intelligente utilizzo dello steampunk (cioè l’uso di elementi tecnologici storicamente fuori tempo, come l’elettricità in tempi vittoriani) nell'illusione più spettacolare, sulla scena e tra i giochi di prestigio.

L’impressione che se ne ottiene è che Nolan abbia usato un film sulla magia per fare una dichiarazione sulla magia dei cinema, forse l’opera più personale che si sia mai concessa nella sua carriera, in cui non ha mai elargito nulla alla facilità di comprensione per il meravigliato spettatore. Che viene portato a chiedersi, alla pari di quello degli spettacoli dei prestidigitatori, “come ha fatto?” anche per ciò che vede accadere sullo schermo (ancora una volta i riferimenti a Tenet sono inevitabili). In altre parole, il film è una dedica amorevole a quella illusione che si chiama cinema: il trucco c’è e… si vede? A ben guardare, come si fa davanti ad un vero e moderno spettacolo, se non ci facciamo distrarre dai movimenti delle mani dell’abile esibizionista, ci si può riuscire. Forse.

Il cast è, come detto, un elenco di bellissimi nomi: i due protagonisti Christian Bale e Hugh Jackman non sono solo bravi illusionisti ma soprattutto sono due attori che incarnano in maniera efficacissima i due personaggi, sviluppando nel corso della trama la rappresentazione anche dei loro caratteri, fino al punto che alla fine ne conosceremo a fondo le loro particolarità. La scelta, poi, di Michael Caine (un habitué del regista: ben 7 film assieme) in qualità di gran maestro e gran cerimoniere è quasi magica, mentre le presenze di Scarlett Johansson e Rebecca Hall sono l’inevitabile lato estetico di bellezza che non poteva mancare, alla stessa stregua dei due uomini protagonisti per le spettatrici. Diciamo che il tocco di “prestigio” del regista è la convocazione di un divo per eccellenza: David Bowie, il cui personaggio esperto di elettricità ha un nome che oggi rappresenta la svolta ecologica della mobilità elettrica.
Osserva attentamente!






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