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The Runner (2015)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 12 feb 2019
  • Tempo di lettura: 2 min

The Runner

USA 2015, drammatico, 1h30'


Regia: Austin Stark

Sceneggiatura: Austin Stark

Fotografia: Elliot Davis

Montaggio: Michael R. Miller

Musiche: The Newton Brothers

Scenografia: Michael Grasley

Costumi: Amela Baksic


Nicolas Cage: Colin Pryce

Connie Nielsen: Deborah Pryce

Peter Fonda: Rayne Pryce

Sarah Paulson: Kate Haber

Wendell Pierce: Frank Legrand

Bryan Batt: Mark Lavin

Dana Gourrier: Daria Winston

Wanetah Walmsley: Layla


TRAMA: In seguito al disastro causato dalla fuoriuscita del petrolio da una piattaforma nel Golfo del Messico nel 2010, un politico idealista ma imperfetto è costretto a confrontarsi con la sua disfunzionale esistenza dopo che la propria carriera viene distrutta da uno scandalo sessuale.


Voto 6

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Nulla di nuovo sotto il cielo di Hollywood per questo film inedito per le sale italiane ma che comunque si lascia vedere tranquillamente. Siamo ancora una volta in una storia nata dalla costola di un avvenimento realmente accaduto e di notevole gravità ecologica e affaristica, dato che tutto scaturisce dal disastro ambientale della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon di proprietà della nota compagnia britannica BP (British Petroleum), avvenuta nel 2010 al largo del Golfo del Messico. Disastro immane che causò un ingente sversamento di petrolio da una piattaforma di trivellazione nel mare vicino alle coste della Louisiana con gravissimi danni alla natura e agli animali, bloccando così l’attività proficua dei pescatori della zona i quali si trovarono all’improvviso senza lavoro e con le rate da pagare alle banche, che, come sempre e caso classico, si rifiutarono di venire incontro alle esigenze dei loro clienti. Austin Stark, giovane regista newyorkese al suo primo lungometraggio, imbastisce una storia collaterale in cui un deputato locale con forte spirito ecologista prende a cuore la situazione sia ambientale che sociale, cercando di difendere i pescatori ridotti al lastrico. Sotto sotto c’è come al solito anche un intento carrieristico del protagonista in quanto nel frattempo egli stava pensando ad una candidatura più importante: quella di candidarsi al senato di Washington.

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Esistono quindi uomini così puri e incorruttibili nell’ambito della politica? Difficile a dirsi e soprattutto a esserlo davvero. Infatti le compagnie petrolifere non rimangono a guardare senza intervenire con le loro notevoli finanze: cosa meglio di un sostanzioso aiuto economico per finanziare una adeguata campagna elettorale? È qui che si vedrà la consistenza morale dell’animale politico. Accettare la sovvenzione e girare le spalle a chi aveva riposto tutta la fiducia su di lui e con il sostegno di una moglie sul punto di lasciarlo in caso contrario oppure andare dritto per la sua strada coerentemente con la sua coscienza. Solo, quindi, ma in posizione eretta.


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La sceneggiatura non eccezionale non aiuta molto alla riuscita del film, essendo piuttosto ordinaria e con scarsi spunti di scatto e per giunta il pessimo doppiaggio rende il film una sorta di fiction televisiva. In versione originale si riesce molto meglio ad apprezzare lo sforzo di un Nicolas Cage meno monolitico del solito nei panni del politico Colin Pryce e una buona prova la dà anche la sempre affascinante Connie Nielsen, ma chi emerge su tutti è la bravissima e misurata Sarah Paulson.

Niente di speciale quindi ma la sufficienza è meritatamente d’obbligo. E per il regista Stark diamo appuntamento al suo prossimo passo. Film vedibile, ma in v.o.s., please.


 
 
 

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