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The Score (2001)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 28 giu
  • Tempo di lettura: 2 min
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The Score

USA/Germania 2001 thriller 2h4’

 

Regia: Frank Oz

Sceneggiatura: Kario Salem, Lem Dobbs, Scott Marshall Smith

Fotografia: Rob Hahn

Montaggio: Richard Pearson

Musiche: Howard Shore

Scenografia: Jackson De Govia

Costumi: Aude Bronson-Howard

 

Robert De Niro: Nick Wells

Edward Norton: Jack Teller / Brian

Marlon Brando: Max

Angela Bassett: Diane

Gary Farmer: Burt

Paul Soles: Danny

Jamie Harrold: Steven

Serge Houde: Laurent

Jean-René Ouellet: André

Martin Drainville: Jean-Claude

Claude Despins: Albert

Richard Waugh: Sapperstein

 

TRAMA: Un anziano ladro spera di ritirarsi e di vivere della ricchezza accumulata quando invece lo convincono a fare un’ultima rapina.

 

VOTO 6


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Dopo essere stato quasi catturato durante un furto, il maestro scassinatore di casseforti e ladro professionista di gioielli e opere d’arte Nick Wells (Robert De Niro) considera l’idea di ritirarsi per vivere con la sua donna Diane (Angela Bassett), assistente di volo, e gestire il suo jazz club di Montréal come un tranquillo e comune uomo d’affari. I piani saltano allorquando il vecchio amico e socio Max (Marlon Brando) gli propone il colpo della vita: rubare uno scettro del 1661 dal valore inestimabile, nascosto dentro la gamba di un vecchio pianoforte che si trova bloccato nel caveau della dogana di Montréal.



A loro si unisce, come complice inizialmente indesiderato, Jack Teller (Edward Norton), un ladro ambizioso che, simulando una disabilità mentale e con il falso nome di Brian, si è fatto assumere come addetto alle pulizie negli uffici della dogana. Nel frattempo, Nick recluta Steven, un hacker, che irrompe nel sistema della società di sicurezza della Customs House per ottenere i codici di bypass.



All’uscita, il film prometteva scintille con un cast stellare: Marlon Brando, Robert De Niro ed Edward Norton. Ma, nonostante l’appeal dei nomi, il thriller diretto da Frank Oz delude un po’ le attese, principalmente per una sceneggiatura non esattamente all’altezza del cast, e si rivela incapace di sostenere la tensione necessaria: va a finire che si affida a colpi di scena forzati negli ultimi minuti, minando la credibilità del racconto. Inoltre, il gran nome di Brando delude un po’, anche per colpa della poca voglia che traspare e dal peso ingombrante che si trascina, tanto che questo film viene ricordato come l’ultimo del grandissimo attore.



Da parte loro, De Niro e Norton sembrano limitarsi al minimo sindacale. Frank Oz, regista solitamente associato a commedie leggere, non si dimostra l’autore adatto a mantenere alta la suspense per un thriller. Alla fine, non si va oltre un esercizio di routine, nobilitato solo dalla presenza di grandi nomi che però non lasciano il segno.

 


 
 
 

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