The Stranger (2022)
- michemar

- 25 mag
- Tempo di lettura: 2 min

The Stranger
Australia 2022 thriller 1h57’
Regia: Thomas M. Wright
Soggetto: Kate Kyriacou (The Sting)
Sceneggiatura: Thomas M. Wright
Fotografia: Sam Chiplin
Montaggio: Simon Njoo
Musiche: Oliver Coates
Scenografia: Leah Popple
Costumi: Mariot Kerr
Joel Edgerton: Mark Frame
Sean Harris: Henry Teague
Jada Alberts: Kate Rylett
Steve Mouzakis: Paul Emery
Alan Dukes: John
Fletcher Humphrys: Graham Ikin
Ewen Leslie: vicecommissario Milliken
TRAMA: Henry Teague, taciturno e diffidente, fa amicizia con Mark, anche lui di poche parole e con un passato difficile da dimenticare. Mark offre al nuovo amico l’opportunità di entrare in un’organizzazione criminale che può resettare il suo difficile passato. Tra i due si instaura subito un’immediata simbiosi che li porterà a muoversi nelle isolate terre australiane. Tuttavia, Henry ignora che Mark non è chi sembra essere.
VOTO 6,5

Thriller psicologico, che vede due attori importanti come Joel Edgerton e Sean Harris, ispirato ad una vicenda realmente accaduta, con l’indagine sull’omicidio di Daniel Morcombe. Si segue, infatti, il caso del rapimento di un minore per il quale un agente di polizia sotto copertura ha il compito di avvicinarsi e stringere amicizia con il principale sospettato.
Il regista australiano Thomas M. Wright lo definisce come “un film su una relazione tra un bugiardo patologico e uno professionista, un nodo stretto di tensione, bugie e false realtà in cui le figure centrali vengono attirate da lati opposti verso l’inevitabile risoluzione o collasso”. Dramma teso, cupo, buio e ansiogeno, con due ottime interpretazioni nei ruoli principali.
La regia è caratterizzata da una conduzione che sa creare la giusta atmosfera da thriller e pur essendo lento (anche troppo), il film riesce a coinvolgere lo spettatore grazie alla sua profondità psicologica e alla complessità dei personaggi. Merito di un autore che è nato come attore teatrale, tanto da aver fondato una compagnia in patria.
Colpi di scena e montaggio sonoro che spiazzano il solito cliché narrativo dei crime movie, il paesaggio australiano crea il supporto per l’incubo. La violenza non esiste, non serve, perché la tensione viene creata abilmente dai dialoghi sussurrati e dagli sguardi. Ovviamente, la lentezza deve essere accettata dallo spettatore perché non è il consueto noir d’azione: tutto gioca nelle inquadrature, negli sguardi e nel silenzio, un silenzio che parla. Un nero thriller basato sulla sintonia tra schermo e pubblico.

Presentato nella sezione Un Certain Regard di Cannes 2022 (un bel biglietto da visita), in patria ha raccolto numerosi premi, per un totale di 14, oltre a 16 candidature.


















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