top of page

Titolo grande

Avenir Light una delle font preferite dai designer. Facile da leggere, viene utilizzata per titoli e paragrafi.

The Witch (2015)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 22 set 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 2 giorni fa

ree

The Witch

USA, Canada, UK 2015 horror 1h32’


Regia: Robert Eggers

Sceneggiatura: Robert Eggers

Fotografia: Jarin Blaschke

Montaggio: Louise Ford

Musiche: Mark Korven

Scenografia: Craig Lathrop

Costumi: Linda Muir


Anya Taylor-Joy: Thomasin

Ralph Ineson: William

Kate Dickie: Katherine

Harvey Scrimshaw: Caleb

Ellie Grainger: Mercy

Lucas Dawson: Jonas

Julian Richings: il governatore

Bathsheba Garnett: strega

Sarah Stephens: giovane strega

Wahab Chaudhry: Black Phillip


TRAMA: New England, XVII secolo. William e Katherine conducono una devota vita cristiana insieme ai loro cinque figli in una zona ai margini dell'impraticabile deserto. Quando il loro figlio neonato svanisce e il raccolto va a male, la famiglia comincia a disintegrarsi e tutti finiscono con il darsi addosso a vicenda. Il vero pericolo però è il male sovrannaturale che si nasconde nel vicino bosco.


Voto 7


ree

Dopo il primo impegno in un film dell’anno precedente in cui non viene neanche accreditata, la sempre più richiesta Anya Taylor-Joy fa il vero esordio in un film horror, senz’altro congeniale al modo in cui normalmente si presenta con quel viso ambiguo, dagli occhioni spalancati che possono significare qualsiasi cosa, specialmente in questo genere. E ne diventa la protagonista a pieno titolo.

L’introduzione è sicuramente di stampo classico e ci porta ben presto nel clima torrido di sospetti che invade l’intero film: siamo nel New England, intorno al 1630, dove William, religioso predicatore, insieme alla moglie Katherine e ai cinque figli — la figlia Thomasin, il figlio Caleb, i gemellini Mercy e Jonas e il neonato Samuel —, viene allontanato dalla comunità puritana in cui vive per il suo estremismo nell'interpretazione della parola di Dio, particolare che si noterà facilmente durante la visione. Si reca così nei pressi di un bosco, nella speranza di vivere in modo umile e sereno, praticando agricoltura e allevamento per sfamare la propria famiglia, ma rispettando in maniera rigidissima i principi della religione. Un giorno Thomasin (Anya Taylor-Joy), mentre accudisce il piccolo Samuel in un campo, fa con lui il gioco del cucù: si copre un momento il viso e quando riapre gli occhi il bimbo è misteriosamente scomparso. Si scopre che a rapire Samuel (non ancora battezzato) è stata una strega, che lo porta in una casa nel bosco dove lo uccide per fare un unguento con i suoi resti. O almeno così credono tutti. E da questo momento inizia un gioco al massacro del tutti contro tutti.


ree

Mentre il clima di paranoia e sospetti prende il sopravvento, accadono tanti eventi inquietanti e strani e nella famiglia cominciano pesanti sospetti proprio sulla figlia maggiore Thomasin, ormai apertamente accusata di essere una strega. C’è poco da meravigliarsi, dal momento che il film è ambientato in un periodo in cui le storie raccontate affondavano le radici nel clima di timori, paure e ossessioni, che assillavano il New England e la sua popolazione timorosa di Dio negli anni antecedenti al processo alle streghe di Salem, che fu una serie di atti giuridici rivolti a persone accusate di stregoneria che si svolse a partire dal 1692 nel villaggio di Salem, nella contea di Essex, Massachusetts. Fenomeno sociale che era dettato da convinzioni religiose in grado di tramutarsi tragicamente in isteria di massa.


ree

Queste condizioni e l’idea medievale della figura della donna considerata frequentemente come simbolo di male e ignoto sviluppano nell’opera di Robert Eggers (che nel 2019 ha firmato il tremendo, oscuro e impegnativo The Lighthouse e poi nel 2022 il discusso The Northman) un processo di autodistruzione progressiva nella famiglia di William che diventa inarrestabile, in una casa che assume le sembianze di un piccolo mondo in disfacimento. Un mondo a sé, che in certi momenti, per via della paura del vicino bosco, ricorda il clima di terrore che vigeva anche nel bellissimo The Village di M. Night Shyamalan. Gli eventi negativi, il raccolto che risulta scarso, il cibo che scarseggia, la mancanza di soldi, tutti elementi che influiscono al peggioramento della vita e del clima vissuto nella famiglia in dissolvimento.


ree

Il regista compie il miracolo, oltre che attanagliare lo spettatore, senza però mai eccedere in visioni spaventose, di appassionarlo fino al termine, creando un film stimolante e avvincente, con un’ambientazione che sa di pittori dell’epoca, merito anche della fotografia e della scenografia che sono sempre essenziali ai fini della riuscita dell’operazione. Al resto ci pensa il contesto e il magnetismo di Anya Taylor-Joy, capace sin da questo esordio di imporre la sua presenza fisica.

Film certamente accurato.


Riconoscimenti

45 vittorie (tra cui la regia al Sundance Film Festival del 2015) e 70 candidature



 
 
 

Commenti


Il Cinema secondo me,

michemar

cinefilo da bambino

bottom of page