Trainspotting (1996)
- michemar

- 3 mar 2019
- Tempo di lettura: 3 min

Trainspotting
UK 1996, drammatico, 1h34’
Regia: Danny Boyle
Soggetto: Irvine Welsh (romanzo)
Sceneggiatura: John Hodge
Fotografia: Brian Tufano
Montaggio: Masahiro Hirakubo
Scenografia: Kave Quinn
Costumi: Rachael Fleming
Ewan McGregor: Mark Renton
Robert Carlyle: Francis Begbie
Ewen Bremner: Spud (Daniel Murphy)
Jonny Lee Miller: Sick Boy (Simon Williamson)
Kevin McKidd: Tommy (Thomas Mckenzie)
Kelly Macdonald: Diane
Peter Mullan: Swanney (Johnny Swan)
James Cosmo: Mr. Renton
TRAMA: Mark Renton, ladruncolo per necessità, ha scelto un'onesta e sincera tossicodipendenza. Begbie, uno psicopatico violento e alcolizzato spaventa perfino i suoi amici, ma non si sognerebbe nemmeno di toccare la droga. Spud, un disperato, ma amabile eroinomane. Sick Boy, un narciso dalle conoscenze enciclopediche su Sean Connery, in grado di tenere sotto controllo la propria dipendenza dall'eroina. Poi c'è Tommy che non si droga, è un maniaco delle escursioni all'aria aperta e di Iggy Pop. Ai margini della storia, ci sono le ragazze del gruppo.
Voto 8

Dopo il film rivelazione Piccoli omicidi tra amici, Danny Boyle riesce a riformare il team vincente formato dal produttore Andrew Macdonald e dallo stesso sceneggiatore John Hodge senza dimenticare quella star nascente che gli porta fortuna chiamato Ewan McGregor. L’obiettivo è girare un viaggio sinistro e grottesco nel mondo della droga di Edimburgo, basato sul libro del controverso scrittore Irvine Welsh. Ewan McGregor è nei panni di Mark Renton, un tossicodipendente attorniato da un trio di disadattati: lo spacciatore occasionale Sick Boy, un personaggio destinato ad essere un perdente, Spud, e il violento psicopatico Begbie, uno strepitoso Robert Carlyle ormai in inarrestabile ascesa. Danny Boyle centra pienamente l’obiettivo con intelligenza cinematografica girando sequenze memorabili, da quella iniziale – da standing ovation – quando Renton scende in strada correndo al famigerato e celebrato discorso mentre è inseguito per l’ennesimo furtarello commesso per pagarsi la droga.

“Scegliete la vita; scegliete un lavoro; scegliete una carriera; scegliete la famiglia; scegliete un maxitelevisore del cazzo; scegliete lavatrici, macchine, lettori CD e apriscatole elettrici. Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita; scegliete un mutuo a interessi fissi; scegliete una prima casa; scegliete gli amici; scegliete una moda casual e le valigie in tinta; scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa del cazzo; scegliete il fai da te e chiedetevi chi cacchio siete la domenica mattina; scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare. Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio ridotti a motivo di imbarazzo per gli stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi; scegliete un futuro; scegliete la vita. Ma perché dovrei fare una cosa così? Io ho scelto di non scegliere la vita: ho scelto qualcos'altro. Le ragioni? Non ci sono ragioni. Chi ha bisogno di ragioni quando ha l'eroina?”

Facile immaginarsi le polemiche seguite al film a seguito di una errata interpretazione del messaggio insito: l’uso degli stupefacenti non è descritto qui come una scelta affascinante, anzi! Le terribili allucinazioni di Renton che comprendono un tuffo in quello che sembra il più disgustoso WC della storia per recuperare dei narcotici perduti e le visioni di un bambino morto che lo perseguitano quando tenta di disintossicarsi costituiscono il messaggio più lampante contro l’uso della droga. Inoltre il rifiuto di Boyle e Hodge di prendere una posizione morale netta è uno dei pregi, se vogliamo, del film: loro e noi osserviamo e basta, mentre in modo tetramente umoristico le esistenze dei quattro giovani si spengono flebilmente.

Il film è a rotta di collo, atrocemente attuale e ancora divertente perché piacevolmente sarcastico e grottesco, pur nella tragicità della trama e spruzzato qui e là da momenti di tensione, fissato nella nostra mente con gli Underworld e la loro Born Slippy: nato scivoloso…
(Anni dopo arriverà il sequel. Da dimenticare)






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