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Un eroe dei nostri tempi (1955)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 19 nov 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 11 giu 2023


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Un eroe dei nostri tempi

Italia 1955 commedia 1h25’


Regia: Mario Monicelli

Sceneggiatura: Rodolfo Sonego, Mario Monicelli

Fotografia: Tino Santoni

Montaggio: Adriana Novelli

Musiche: Nino Rota

Scenografia: Carlo Egidi

Costumi: Giulia Mafai


Alberto Sordi: Alberto Menichetti

Franca Valeri: vedova De Ritis

Giovanna Ralli: Marcella

Tina Pica: Clotilde

Mario Carotenuto: Gustavo

Leopoldo Trieste: Aurelio

Alberto Lattuada: direttore

Carlo Pedersoli: Fernando

Pina Bottin: segretaria

Lina Bonivento: zia Giovanna

Mino Doro: professor Bracci

Paolo Ferrara: commissario

Nino Vingelli: brigadiere

Carlo Mazzarella: giornalista


TRAMA: Alberto Menichetti è cresciuto pavido e timoroso che tutto e tutti congiurino ai suoi danni. Impiegato in un cappellificio, egli ha come capoufficio una vedova che manovra per farsi sposare da lui che, peraltro, non ne ha nessuna voglia. Una notte in cui è stato fuori casa, un attentato provoca il ferimento di alcune persone e Alberto viene sospettato.


Voto 6,5

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Alberto Menichetti (Alberto Sordi) è un individuo molto particolare. Per un verso sbruffone, ambizioso e pronto ad ogni bassezza per farsi apprezzare dal direttore dell'ufficio in cui lavora, per un altro è avido e ricco di complessi, vive con la vecchia zia ed una anziana domestica che lo hanno convinto che il suo obiettivo nella vita deve essere uno soltanto: tenersi distante il più possibile da problemi e pericoli. Questi però sono molto spesso il frutto paradossale delle sue paure: Alberto si caccia nei guai, proprio mentre cerca in modo maldestro di evitarli. Ogni circostanza diventa così un potenziale tranello: “Allora me volete incastra’!”, ripete continuamente. Ha un lavoro in una ditta e il suo capo è la signora De Ritis (Franca Valeri), una vedova il cui marito è stato ucciso durante una caccia al cinghiale. A lei piace lui ma ad Alberto piace Marcella (Giovanna Ralli), che è minorenne motivo per cui lui sta aspettando il suo compleanno per dichiarare il suo amore.

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Mario Monicelli, maestro assoluto della commedia italiana, non ha mai puntato su tempi di carattere sociale, al massimo evidenzia le storture della vita quotidiana anche lavorativa e le sfiora in questa occasione senza poter immaginare che oggi, a tanti decenni di distanza, il lavoro è millimetricamente osservato dai sistemi di sorveglianza informatica. Qui, infatti, le condizioni di lavoro con quel sistema microfonico (comico e surreale), consentono al capo di spiare i suoi dipendenti e richiamarli immediatamente all'ordine in caso di abuso, ma la resistenza a questa sorveglianza pervasiva è debole quanto l'etica del lavoro di Alberto Menichetti, i cui unici compiti sono infatti pulire l'ufficio del suo superiore e provare un nuovo design del cappello. Il problema – che è allo stesso tempo causa di un umorismo molto divertente – è che il protagonista di questo film ha, al contrario, il dono di sconfinare maldestramente in situazioni improbabili, che peraltro confermano le apprensioni che coltiva nei confronti dell'autorità in tutte le sue forme.

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Alberto Sordi è, ovviamente e come ci possiamo aspettare, perfetto in un ruolo forse cucito addosso a lui, con una interpretazione ottimamente modulata al personaggio: “Ma io non ho paura, è che ho la fortuna di essere prudente”. Una frase introduttiva capace di spiegare tutto il suo Alberto.

Cast strepitoso che comprende la grandissima Franca Valeri, la bellissima Giovanna Ralli e tanti altri nomi importanti per la commedia di quegli anni. La sorpresa è Carlo Pedersoli non ancora Bud Spencer.



 
 
 

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