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Un giorno tutto questo sarà tuo (2023)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 3 giorni fa
  • Tempo di lettura: 5 min

Un giorno tutto questo sarà tuo

(En dag kommer allt det här bli ditt) Svezia 2023 commedia drammatica 1h45‘

 

Regia: Andreas Öhman

Sceneggiatura: Andreas Öhman

Fotografia: Ari Willey

Montaggio: Anton Hemgren

Musiche: David Larsson

Scenografia: Sandra Aldell

Costumi: Viktoria Mattila

 

Karin Franz Körlof: Lisa

Peter Haber: il padre

Suzanne Reuter: la madre

Liv Mjönes: Josefin

Arvin Kananian: Alex

Elvis Ral Lustig: Artur

Mattias Fransson: Håkan

Emil Almén: Paul

Filip Berg: Johnny

 

TRAMA: Lisa, fumettista di successo, torna nella fattoria dei genitori, nel nord della Svezia, insieme ai suoi fratelli, per la prima volta dopo oltre dieci anni. I genitori hanno deciso che solo uno di loro erediterà la foresta di famiglia. Questa scelta fa rivivere vecchi conflitti e costringe ognuno di loro a confrontarsi con le proprie scelte di vita.

 

VOTO 7


Vorrei iniziare la disamina di quel bel film uscendo dai binari delle definizioni classiche del cinema a cui siamo abituati, perché se normalmente un film di questo tipo viene definito con il termine di commedia drammatica - che già sembra una stonatura di suo – io vedo molto più adatto battezzarlo con una terminologia più precisa: commedia tragica, aumentando il senso di ossimoro che è già nel precedente. È la scelta più adatta per un’opera che inizia nettamente con i toni della commedia (sboccata, scorretta, divertente per questo) per virare lentamente verso il dramma ma finendo nettamente come una tragedia, che vede le origini diversi anni prima del presente narrativo.



L’epicentro del film, della trama, dei personaggi, del paesaggio, dei traumi messi da parte, è lei, la protagonista assoluta, Lisa (una superlativa Karin Franz Körlof), una che si è allontanata dalla casa di famiglia per la volta della città per poter meglio affermarsi nella sua passione, che è ormai la sua professione, quella della fumettista, così immersa nel lavoro e nella sua fervida mente che spesso si sofferma per osservare e ascoltare gli oggetti (cose, animali, pesci, vegetali) che le parlano, sempre - attenti – per dirle chiaramente quanto sia cattiva. Lei disegna e disegna, è ormai prossima a pubblicare il suo primo libro illustrato, con un impaziente editore/compagno che lei maltratta regolarmente. Ma ciò che le dice la schiuma del bagno che sta facendo nella prima scena è già significativo per esprimere il suo carattere e, peggio, il comportamento che spesso assume verso familiari e amici.



Scurrile, vuota e molto noiosa; inconsistente, egoista e anche un pochino falsa. Una vigliacca incapace di scavare in se stessa.” Credo sia sufficiente per inquadrarla. Anzi, no, lei è anche peggio. È scurrile e politicamente scorretta, offensiva quando perde la pazienza. In quanto tale è, e questo non è detto che sia un difetto, schietta e diretta. Lisa è una bella ragazza bruna, i cui capelli cadono dai lati come un sipario dietro il quale vuole nascondersi quando è in guerra con il prossimo. Non va da dieci anni dai suoi ed ora che si avvicina il 70esimo compleanno della mamma è prevista una bella festa del paese. I suoi genitori sono anziani e avrebbero piacere, dopo anni, di rivederla, assieme agli altri due figli che arrivano con le famiglie. Nessuno di loro immagina che il papà, stanco e invecchiato, non è quasi più in grado di gestire la foresta di alberi maestosi che possiede, con annessa segheria. Non vede l’ora di liberarsene, a patto che resti integra, non divisa in parti uguali tra gli eredi: solo uno tra loro ne sarà il proprietario e ovviamente deve restare in quel posto dimenticato da Dio. Insomma, un giorno tutto questo sarà tuo. Poi si vedrà di chi.



Nessuno, né tantomeno i congiunti, si sogna di finire la vita in quel posto, ma alla fine ognuno trova un buon motivo per farlo, anche con lo scopo vietato: impossessarsene, tagliare gli alberi, vendere tutto, ricavare un bel gruzzolo. Proprio quello che il padre non vuole assolutamente. Chi accetta dovrà continuare la gestione in loco o non avrà nulla. Come ogni buona famiglia, una volta riuniti vengono a galla vecchie tensioni, incomprensioni, aspetti insopportabili. Ognuno ha la sua vita e la sua visione di essa e sono anche diversi tra loro. Lisa è, se si può definire così, la più diversa, l’insopportabile, la litigiosa, quella che - come succede sempre agli artisti – trasporta la sua esperienza personale e familiare nell’arte che pratica e quindi in quei cartoon vedi i chiari riferimenti ai congiunti, alle loro faccende private, qualche dispettuccio diventato vignetta, angoli di carattere diventati difetti ingigantiti per deridere. Satira sociale, insomma. Ed è come spargere benzina sul focolare di famiglia che si incendia con un nonnulla.



Scontrosa e caustica, a Lisa forse neanche interessa l’antipatia che suscita in famiglia e la difficoltà che affligge al fidato Alex, editore e compagno dotato di una pazienza infinita per sopportare le sue reazioni, e viene perseguitata da un ragazzino immaginario di cui sapremo l’identità solo nel lungo finale, causa unica del suo malessere, del suo trauma giovanile, che l’ha condizionata in questi anni che copriva con un coperchio che voleva esplodere. Che doveva essere alzato per guardare dentro la pentola e nel suo animo, per potersene finalmente scaricare. La colpa, involontaria, di un grave incidente che l’accompagna da allora. Non è cattiva, è solo sofferente di una ferita profonda.



Il lato della commedia è molto divertente, a maggior ragione della scorrettezza che la anima. Tanto più reagisce male, tanto più ci si chiede il motivo e nel frattempo si ridacchia acidamente. Alla fine la si vorrebbe abbracciare per confortarla. Alla fine sta prendendo la decisione che mai ci si sarebbe aspettata. Alla fine è l’abbraccio affettuoso pieno di comprensione che unisce la famiglia. Un finale persino emozionante, perché quando i segreti vengono esplorati il vortice che comanda la vita di Lisa si placa. In fondo, ogni giovane vita cerca disperatamente un posto per vivere nella quiete dell’anima, per rivalutare le possibilità, gli amori, gli affetti, l’amicizia. E perché no, finalmente, anche il sesso che non sia sfogo come quello occasionale del giovanottone del paese incontrato per caso prima della grande festa della mamma.



Lisa ha ormai 30 anni ma non è ancora tardi per rimettersi in carreggiata, anche se lei e noi non abbiamo ancora capito con chi, se con il paziente Alex o con il mitico Johnny desiderato dalle poche giovani locali. Commedia a volte spassosa, tratti di simil musical coreografato da pesci cantanti, momenti assurdi, svolte drammatiche, litigi in cui vengono proferite frasi che era meglio risparmiare, flashback tragici. Il film è tutto questo, interpretato con una recitazione appropriata, in un’ambientazione che richiama ovviamente il paesaggio nordico, freddo e deciso come gli abitanti.



Karin Franz Körlof è fantastica e tutti gli altri sono molto bravi. Il regista Andreas Öhman, che la segue minuto per minuto, sempre in scena, sa di cosa parla e se si scava nel suo passato adolescenziale si capisce le ragioni del soggetto, suo, personale. Leggendo prima dei titoli di coda a chi è dedicato il film e facendo qualche ricerca, il cerchio si chiude, tristemente.



Bel film davvero, con quattro candidature, tra cui quella al Concorso Progressive Cinema - Visioni per il mondo di domani della Festa del Cinema di Roma del 2023.



 
 
 

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michemar

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