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Un segreto tra di noi (2008)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 24 ago 2022
  • Tempo di lettura: 4 min

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Un segreto tra di noi

(Fireflies in the Garden) USA 2008 dramma 1h39’


Regia: Dennis Lee

Sceneggiatura: Dennis Lee

Fotografia: Daniel Moder

Montaggio: Dede Allen, Robert Brakey

Musiche: Javier Navarrete

Scenografia: Robert Pearson

Costumi: Kelle Kutsugeras


Ryan Reynolds: Michael Taylor

Willem Dafoe: Charles Taylor

Julia Roberts: Lisa Taylor

Emily Watson: Jane Lawrence

Carrie-Anne Moss: Kelly Hanson

George Newbern: Jimmy Lawrence

Chase Ellison: Christopher Lawrence

Brooklynn Proulx: Leslie Lawrence

Hayden Panettiere: Jane Lawrence da giovane

Cayden Boyd: Michael Taylor da giovane

Ioan Gruffudd: Addison

Shannon Lucio: Ryne Taylor


TRAMA: Charles dirige un istituto universitario e la moglie Lisa ha finalmente potuto riprendere gli studi, ora che i figli sono grandi e avviati a felici carriere: Michael come scrittore di successo e Ryne come futura avvocatessa. In realtà, però, ci sono molti problemi, a partire dal rapporto tra Charles, egocentrico e despota, e Michael. Il culmine della crisi non tarda ad arrivare e si compie il giorno in cui tutti si riuniscono per festeggiare il tanto sospirato diploma della madre.


Voto 7,5

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Film melodrammatico e dolente, costellato di lacerazioni familiari. Charles (un crudele Willem Dafoe, ruolo che gli riesce sempre alla perfezione) è un professore universitario frustrato e ambizioso che non ha avuto la cattedra che crede di meritare e che non è riuscito a farsi pubblicare il libro. Sua moglie Lisa (una straordinaria Julia Roberts, che nei drammi è sempre notevole) ha rinunciato a tutto per la famiglia e il marito. Testimone del loro lacerarsi è il figlio Michael (interpretato da giovane dallo straordinario Cayden Boyd e da adulto da Ryan Reynolds, molto intenso). Intorno a loro gli altri familiari consci di come tutti comminino lungo un crinale da cui è facile precipitare, dato il vortice autodistruttivo del capofamiglia. Quando sembra tutto filare liscio, un incidente dalle conseguenze nefaste – proprio nel giorno in cui Lisa dovrebbe finalmente laurearsi in giurisprudenza - fa saltare definitivamente i fragili equilibri dei Taylor.


Il quadro d’insieme ci mostra un padre violento e severissimo, una madre sull’orlo della crisi di nervi e un figlio di 12 anni molto sensibile e continuamente maltrattato dal padre, che da grande è diventato uno scrittore di romanzi rosa: il regista Dennis Lee lavora su due canali temporali, facendo la spola tra i due periodi. Nel primo veniamo a conoscenza della situazione difficile in cui vive la famiglia, delle incomprensioni, della intollerabile severità di Charles; nel secondo la tragedia che si abbatte nel momento di apparente serenità, ma tanto fragile da frantumarsi in mille pezzi.

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Andando avanti e indietro nel tempo e nella trama, scopriamo il parallelismo tra due bimbi, distanti negli anni di una generazione ma molto simili nella sofferenza anche se per cause ben differenti. Michael e Christopher (che bravi i due piccoli attori!) portano dentro l’uno la difficile adolescenza e le vessazioni del padre, alleviate solo dal forte affetto della mamma Lisa e dalla vicinanza amorevole della zia Jane; l’altro il senso di colpa sentendosi causa della tragedia che è piombata su tutti loro. Il primo ha riversato, da adulto, i sentimenti e la storia della vita angusta nel nuovo libro del cui contenuto solo pochi sono a conoscenza e quei pochi cercano di bloccare: infatti, dopo i successi dei romanzi rosa, ora Michael vuole liberarsi del peso del passato mettendolo in un libro che farà sobbalzare non poche persone. Christopher soffre, invece, perché non ha considerato i tanti “se” della disgrazia che possono alleviare la sua pena, per fortuna però spiegati dallo zio con grande tenerezza. Due ragazzini che, a distanza di anni, corrono uguali negli stessi campi di campagna, in fuga dagli altri.

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È un continuo susseguirsi di flashbacks che intersecano il presente dei giorni di festa che diventano mestizia e ripensamenti, con un segreto che salta fuori quando meno ci si può aspettare e che darà uno scossone al protagonista Michael rivelando un ulteriore punto oscuro della sua famiglia nell’età adolescenziale. L’acquietarsi finale, il rappacificamento prima dei saluti, una coppia che torna felice anche per la notizia di una nuova vita in arrivo, non bastano però a cancellare i ricordi amari. La vita deve andare avanti e ognuno tornerà alla sua. Il finale sarà un camino che brucia anche un documento confidenziale rimasto segreto e l’ultima bozza del libro che sarebbe stato l’autoanalisi di un triste e dolente scrittore che ha imparato ad amare nonostante tutto.

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Ciò che conta è rendere Lucciole in giardino (titolo originale più adatto perché gioco estivo e titolo del romanzo pronto alla pubblicazione) leggibile al dramma e il regista sceglie un registro fatto di silenzi e ombre, tra tempeste e quiete, guidando gli splendidi attori dell’eccellente cast che interpretano magnificamente i loro personaggi. Bravo a non cadere nella trappola della soap ma illustrando i sentimenti di ognuno con estrema delicatezza, rivelandoli senza eccedere ed evitando il sentimentalismo. Compito non facile vista la drammatica storia di questi personaggi interpretati da attori perfetti. A cominciare dal bravissimo Ryan Reynolds, ben lontano dai supereroi che lo hanno reso star del cinema moderno.

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Un gran film di un regista praticamente sconosciuto che abbraccia tre generazioni, i caratteri delle persone, le conseguenze delle difficoltà della incomprensione, degli egoismi, degli affetti mancati, della educazione ricevuta nell’infanzia, momento delicatissimo della nostra esistenza. Momento che i genitori non dovrebbero mai sbagliare.


 
 
 

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