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Una famiglia vincente - King Richard (2021)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 17 apr 2022
  • Tempo di lettura: 6 min

Aggiornamento: 10 mag 2023


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Una famiglia vincente - King Richard

(King Richard) USA 2021 biografico 2h24’


Regia: Reinaldo Marcus Green

Sceneggiatura: Zach Baylin

Fotografia: Robert Elswit

Montaggio: Pamela Martin

Musiche: Kris Bowers

Scenografia: Wynn Thomas, William Arnold

Costumi: Sharen Davis


Will Smith: Richard Williams

Aunjanue Ellis: Oracene "Brandi" Williams

Saniyya Sidney: Venus Williams

Demi Singleton: Serena Williams

Tony Goldwyn: Paul Cohen

Jon Bernthal: Rick Macci

Andy Bean: Laird Stabler

Kevin Dunn: Vic Braden

Dylan McDermott: Will Hodges

Mikayla LaShae Bartholomew: Tunde Price

Danielle Lawson: Isha Price

Layla Crawford: Lyndrea Price

Rich Sommer: Patrick Dougherty

Brad Greenquist: Bud Collins

Erika Ringor: sig.ra Strickland

Eman Esfandi: Barry

Jessica Wacnik: Jennifer Capriati

Christopher Wallinger: John McEnroe

Chase Del Rey: Pete Sampras

Kaitlyn Christian: Shaun Stafford

Marcela Zacarías: Arantxa Sánchez Vicario


TRAMA: Sin dall'infanzia, le sorelle Venus e Serena Williams vengono indirizzate verso il tennis dal padre Richard, che fa loro da allenatore. L'obiettivo di Richard è quello di dare alle figlie l'opportunità di smarcarsi da Compton, la malfamata città nella contea di Los Angeles ad alto tasso di criminalità in cui vivono. Con nessuna preparazione tecnica ufficiale del tennis, si impegna con tutte le sue forze a formare le sue bambine, convinto che un giorno diventeranno due delle tenniste migliori della storia.


Voto 6

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I personaggi principali del film di Reinaldo Marcus Green - regista afroamericano nativo del Bronx, più che altro autore di episodi di serie TV - sono prima di tutto Richard Williams e poi le due figlie Venus e Serena, oltre alla madre delle due, Oracene, che in seconda fila cerca di distribuire la serenità e il buon senso assenti nell’uomo, ma a dominare l’intera opera sono altri elementi. Soprattutto due: il caratteraccio e la testardaggine del capofamiglia, che sin da prima della nascita delle due ragazze si era prefissato di portarle in cima alle classifiche delle tenniste migliori del mondo; e poi il maledetto “piano” che l’uomo ha preparato nei minimi particolari per attuare il progetto. Tutto gira intorno a costui, mai un passo indietro nonostante le oggettive difficoltà ambientali – vivono a Compton, città densa di gangs di neri che spadroneggiano per le strade – e la generale perplessità dell’ambiente sportivo che viene in contatto con lui. Nessuno crede che davvero lui riuscirà a realizzare il sogno che ha in mente, un sogno che è molto di più di quello “americano” per antonomasia. Non ha una preparazione tecnica adeguata per entrare nell’entourage del tennis nazionale, eppure allena costantemente e soprattutto duramente le due giovani adolescenti, fermamente persuaso (ma si potrebbe dire fissato) che ci riuscirà, a qualsiasi costo, con un lavoro incessante anche mentale. Massime ripetute fino all’ossessione, incoraggiamenti urlati come un mantra, non le lascia un attimo in pace, senza mai stancarsi e con la ubbidiente predisposizione delle due giovani, anch’esse convintissime delle loro possibilità.

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Il piano che l’uomo ha in mente è ferreo e non accetterà mai una modifica, perfino quando, dopo le prime affermazioni sportive di Venus, gli si presentano i manager delle più note sponsorizzazioni che offrono molti dollari: per lui il percorso non è modificabile e seguirà fedelmente le tappe previste. Richard non si arrende neanche quando, inizialmente, riesce a far allenare la ragazza da uno dei migliori coach in circolazione, che abbandonerà presto perché i metodi non coincidono con le sue idee. Un atteggiamento che non fa che contrariare e allontanare i migliori tecnici del circuito. Niente, la strada è quella tracciata nel piano e nulla potrà modificarlo. Per sua fortuna Venus e Serena non tergiversano e lo seguono ciecamente, certissime che diventeranno le più brave di tutte. Ciò che spinge questa inesauribile forza di volontà è la difficile gioventù che Richard ha vissuto sulla sua pelle, alla lettera, non metaforicamente: i maltrattamenti subiti dal padre e le angherie sopportate per le strade malfamate di una città in cui predomina la discriminazione razziale. Non a caso il regista inserisce i filmati originali degli episodi capitati a Rodney King e simili. Liberazione dai pregiudizi e affermazione e riscatto nella società che lui sente avversa. Lui che sopporterà le prepotenze dei molestatori delle figlie, l’ostilità e lo scetticismo dell’ambiente sportivo professionistico, i vicini di casa che chiamano l’assistenza sociale. Resiste al generale clima di diffidenza che lo circonda con la determinazione inesauribile che lo anima come se sapesse in anticipo ciò che è scritto nel destino delle figlie: vinceranno a Wimbledon. Solo un pazzo può essere così convinto e forse lo è.

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Secondo Will Smith, che interpreta Richard ed è anche il convinto produttore, è normale che la maggior parte della gente abbia un sogno impossibile che vorrebbe realizzare ma ci sono progetti che si cominciano solo se sembrano alla portata di mano, se si sente di potercela fare. Invece quello di Richard è frutto della determinazione, perché ci sono pochissimi altri Paesi al mondo in cui Venus e Serena avrebbero potuto sfondare così come hanno fatto negli Stati Uniti. Fondamentalmente, questo film parla del desiderio di superare se stessi, anche se a volte le circostanze della vita sembrano impedirlo; parla della forza dell'animo umano che permette di superare gli ostacoli che si incontrano lungo il cammino; sottolinea come i sogni possano avverarsi solo se ci si crede fino in fondo.

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Queste convinzioni personali hanno fatto sì che l’attore si sia immedesimato nel personaggio realmente esistito sino ad assorbirlo totalmente, fornendo una prestazione forte e sentita, con un fitto dialogo con tutti gli altri personaggi che non conosce tregua, senza una pausa per riflettere: bisogna solo lavorare sul campo e debuttare nel professionismo al momento giusto. Che deciderà solo lui. È forse per questo che non si dà pace e riposo fin quando il sogno non sarà realizzato. Solo vedendolo all’opera, si capisce perché Will Smith è arrivato alla serata degli Oscar e ha ritirato la statuetta dopo la scenata del pugno al collega. Proprio vedendo il film sembra che quella sera lui stesse ancora nel personaggio: ha difeso la moglie così come faceva con le figlie il suo Richard. E, ad onor del vero, il premio se l’è meritato, non so se più degli altri in lizza, ma di certo la sua prova è stata pregevole, un tantino sopra le righe, così come il personaggio, ma è stato davvero bravo. Come notevole è stata Aunjanue Ellis, molto brava nel ruolo della moglie, paziente donna che aveva l’ingrato compito di mitigare l’esuberante marito.

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Più che giudicare Saniyya Sidney e Demi Singleton, rispettivamente Venus e Serena, ciò che impressiona è la eccellente tecnica del gioco del tennis visto nel film, perché i movimenti, il modo di impugnare la racchetta e di colpire la palla, la rotazione delle braccia sono proprio quelli canonici e precisi, da vere tenniste. Raramente nei film sportivi si può notare una tecnica tanto esatta, molto raro, ma qui si verifica in modo sorprendente. Piuttosto, fa impressione notare come il film si concentri soltanto sulla crescita e sulla affermazione di Venus e di come si è potuta presentare già a 14 anni al primo torneo da professionista, con un secondo turno addirittura contro la campionessa spagnola Arantxa Sánchez Vicario che in quel momento era la numero 1 del mondo: forse l’unico momento di vera tensione del film, che per il resto viaggia senza scossoni o momenti di tensione, se non quelli ordinari di una famiglia non proprio ordinaria ma dalla vita monotona. Peccato, infatti, che venga trascurata l’ascesa seguente di Serena, motivo per il quale proprio questa ex grandissima campionessa oggi attende che si scriva il soggetto per un sequel che parli di lei e del difficile rapporto con il padre-padrone.

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Più che un film di cui parlare del regista, è uno di quelli che contano per l’attore protagonista, che ci ha messo anima e corpo, convinzione e faccia, sempre in pantaloncini e tuta, dalla mattina alla sera, mentre la moglie si affannava con almeno due lavori per tenere in piedi la baracca piena di figlie (5!). Per il resto è un normale biopic senza infamia e senza lode, che merita in ogni caso la sufficienza, in contrasto con i giudizi contrastanti della critica: il film qui è stato più o meno stroncato, in America elogiato. Ma ciò è normale.

Il nostro compito [quello dei genitori] è quello di tenerle lontane dalla strada!

Se fallisci il piano, pianifica il fallimento!

Da seguire i titoli di coda che, come ogni opera biografica, mostrano i reali personaggi.


Premio Oscar 2022

Miglior attore a Will Smith

Candidatura miglior film

Candidatura miglior attrice non protagonista a Aunjanue Ellis

Candidatura migliore sceneggiatura originale

Candidatura migliore canzone originale a Dixson e Beyoncé per “Be Alive”

Candidatura miglior montaggio

Golden Globe 2022

Migliore attore in un film drammatico a Will Smith

Candidatura miglior film drammatico

Candidatura migliore attrice non protagonista a Aunjanue Ellis

Candidatura migliore canzone originale a Dixson e Beyoncé per “Be Alive”


 
 
 

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