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Vacanze romane (1953)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 12 dic 2024
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 14 ago

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Vacanze romane

(Roman Holiday) USA 1953 commedia romantica 1h58’

 

Regia: William Wyler

Sceneggiatura: Dalton Trumbo, Ian McLellan Hunter, John Dighton

Fotografia: Franz Planer, Henri Alekan

Montaggio: Robert Swink

Musiche: Georges Auric

Scenografia: Hal Pereira, Walter H. Tyler, Luciano Sacripanti

Costumi: Edith Head

 

Gregory Peck: Joe Bradley

Audrey Hepburn: principessa Anna

Eddie Albert: Irving Radovich

Hartley Power: signor Hennessy

Harcourt Williams: ambasciatore

Margaret Rawlings: contessa Vereberg

Tullio Carminati: generale Provno

Paolo Carlini: Mario Delani

Claudio Ermelli: Giovanni

 

TRAMA: La giovane principessa Anna si trova a trascorrere una vacanza con i genitori e il seguito a Roma. Un bel giorno, stanca delle cerimonie e del protocollo, se la svigna e prova a mescolarsi ai comuni mortali. Si innamora di un giornalista americano, Bradley, che la trova addormentata su un muretto e la porta a casa sua, ignaro della vera identità della ragazza. Lo scopre il giorno dopo dal giornale e, meditando un grosso scoop, si accorda con un amico fotografo per fare un servizio sulla faccenda.

 

Voto 7,5


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Il prestigioso Donald Trumbo, osteggiato politicamente e quindi volutamente ignorato perfino in occasione dei premi importanti (ma si rifarà quando la storia gli riconoscerà i meriti) scrive una bella sceneggiatura ufficialmente a più mani su un tema facile e ricorrente: la smania e la gioia di una principessa che finalmente può godere del tempo libero come una fanciulla qualsiasi, per giunta in una delle città più belle del mondo. Se a questo punto di partenza si aggiunge una felice storia d’amore, il gioco della simpatia è fatto. Poi, con due attori di questa portata, tutto diventa più facile, anche per un regista esperto come William Wyler.


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Siccome su questo film sono stati scritti fiumi di parole, mi piace rivolgere piuttosto l’attenzione su alcuni aspetti del fuoriscena, che con il tempo sono diventati leggendari. Avvenimenti e notizie che forse molti conoscono ma altri no. Vediamo questa curiosità.


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Si racconta che dopo le riprese, Gregory Peck informò i produttori che, dato che Audrey Hepburn avrebbe sicuramente vinto un Oscar (che tra l’altro era al suo primo ruolo importante), avrebbero fatto meglio a mettere il suo nome sopra il titolo. Seguirono il suggerimento e i fatti gli dettero ragione: a lei andarono un Oscar, un Golden Globe e un BAFTA.


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La Paramount originariamente voleva girare il film a Hollywood ma William Wyler rifiutò, insistendo che doveva essere girato sul posto. Alla fine andò così, ma con un budget molto più basso. Ciò significava che il film sarebbe stato in bianco e nero e non il previsto Technicolor, e avrebbe dovuto scritturare un’attrice sconosciuta per il ruolo della principessa: Audrey Hepburn.


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La quale riuscì ad avere il ruolo grazie a un provino particolare diventato leggendario. Dopo aver provato su copione, mentre veniva ripresa, le fu detto che la scena era finita e che poteva rilassarsi. In realtà la cinepresa era ancora in funzione. La Hepburn, ignara, si alzò dal letto e sorridente ed emozionata chiese come era andata. Poco dopo si accorse che tutta la troupe la guardava silenziosamente e che le luci erano ancora accese. Dopo aver visto la reazione fresca e spontanea della giovane attrice, Wyler si convinse di aver trovato la sua Principessa Anna.


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Il ruolo di Gregory Peck fu originariamente scritto pensando a Cary Grant, il quale, tuttavia, rifiutò il ruolo perché credeva di essere troppo vecchio per interpretare una storia sentimentale.


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Quando Gregory Peck venne in Italia per girare era moralmente depresso per la sua recente separazione e l’imminente divorzio dalla sua prima moglie, Greta Kukkonen. Tuttavia, durante le riprese incontrò e si innamorò di una donna di origine francese di nome Veronique Passani, di genitori italiani e russi. Dopo il divorzio, lui la sposò, lei divenne Veronique Peck e rimasero insieme per il resto della loro vita.


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In una delle sequenze più famose, Joe, Anna e Irving visitano la Bocca della Verità. La scena in cui Gregory Peck infila la mano nella Bocca facendo finta di averla persa e nascondendosela nella giacca non era preventivata. Fu una trovata dell’attore che non aveva però avvisato la Hepburn. La reazione dell’attrice mentre grida e cerca di aiutare Peck perciò è reale.


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Riconoscimenti

Premio Oscar 1954

Miglior attrice protagonista a Audrey Hepburn

Miglior soggetto a Dalton Trumbo (riconosciutogli solo nel 2011)

Migliori costumi

Candidatura miglior film

Candidatura migliore regia

Candidatura miglior attore non protagonista a Eddie Albert

Candidatura migliore sceneggiatura non originale

Candidatura migliore fotografia

Candidatura migliore scenografia

Candidatura miglior montaggio

Golden Globe 1954

Miglior attrice in un film drammatico a Audrey Hepburn

Premio BAFTA 1954

Migliore attrice britannica a Audrey Hepburn

Candidatura miglior film

Candidatura miglior attore internazionale a Gregory Peck

Candidatura miglior attore internazionale a Eddie Albert



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