Vice - L'uomo nell'ombra (2018)
- michemar

- 2 ott 2019
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 31 ago 2023

Vice - L'uomo nell'ombra
(Vice) USA 2018, biografico, 2h12'
Regia: Adam McKay
Sceneggiatura: Adam McKay
Fotografia: Greig Fraser
Montaggio: Hank Corwin
Musiche: Nicholas Britell
Scenografia: Patrice Vermette, David Meyer, Brad Ricker, Dean Wolcott
Costumi: Susan Matheson
Christian Bale: Dick Cheney
Amy Adams: Lynne Cheney
Steve Carell: Donald Rumsfeld
Sam Rockwell: George W. Bush
Tyler Perry: Colin Powell
Alison Pill: Mary Cheney
Lily Rabe: Liz Cheney
Justin Kirk: Scooter Libby
LisaGay Hamilton: Condoleezza Rice
Shea Whigham: Wayne Vincent
Eddie Marsan: Paul Wolfovitz
Bill Pullman: Nelson Rockefeller
Bill Camp: Gerald Ford
TRAMA: La vera storia di Dick Cheney, il più potente vicepresidente della storia degli Stati Uniti, e di come le sue politiche abbiano cambiato il mondo.
Voto 7

Adam McKay (La grande scommessa) è evidentemente molto interessato alle vicende americane nebulose, ai giochi sotterranei del Potere, economico e politico: si studia bene le carte che servono per impiantare film con ritmo serrato e dal taglio realistico di un documentario e poi sviluppa le sue opere con perizia e intenti psicologici sui personaggi. È grosso modo quello che ha fatto con un personaggio grosso (in tutti i sensi) e influente, partendo da quando Dick Cheney era un giovane alcolizzato che non concludeva nulla nella vita per via di quel vizio, per passare poi alla “ripulitura” anche per merito di una moglie che lo ha saputo guidare, per finire quindi alla ascesa impensabile anni prima, quella di vice presidente degli Stati Uniti, ma, come dice per bene il titolo italiano, con poteri enormi nell’ombra, tanto enormi da poter essere considerato il reale comandante in capo della nazione. Per molti osservatori, il più potente vicepresidente mai visto nei paraggi della Casa Bianca, dove sedeva il debole George W. Bush.

Il lavoro che Adam McKay ha voluto fare è stato molto sottile e ben mirato, esponendo la figura di Cheney in tutti i suoi difetti, puntandogli addosso la potente arma del grottesco, indicandolo addirittura come il maggiore responsabile indiretto dello stato di crisi e paura in cui versa oggi l’Occidente. Un uomo che nell’ombra ha mosso i fili del mondo politico e militare in modo cinico, spinto solo dalla brama di potere in sé e per sé e da una moglie che si era vestita da pungolo continuo, che nei momenti di pausa concimava il terreno attorno al marito per incrementare e influenzare le scelte. Il regista sceglie la satira corrosiva, scrivendo anche una sceneggiatura-parodia, ridicolizzando i personaggi più importanti come maschere degne del teatro carnevalesco. I ritratti che fa di Cheney, di Bush e di Donald Rumsfeld, potente ministro della Difesa sotto cui Cheney aveva iniziato a lavorare alla Casa Bianca come stagista, sono potentemente tragicomici.

In alcune scene non si capisce bene se stiamo assistendo ad un film serio e impegnato o ad una sceneggiata degna dei comici degli spettacoli del sabato sera televisivo. Il regista punge aspramente con dialoghi fitti, come appunto nel precedente La grande scommessa, con il preciso scopo di illustrare al mondo come una acclarata democrazia sia potuta sfociare silenziosamente nel pieno autoritarismo di un uomo solo al (vice)comando. Grande prova quindi di regia, di scrittura e non da meno quella attoriale. Spiega Adam McKay: “Non ne sapevo molto di Dick Cheney ma quando ho iniziato a leggere materiale sul suo conto sono rimasto affascinato dalla sua personalità, dalle ragioni che lo hanno spinto ad agire e dalle sue convinzioni. Andando avanti con lo studio del personaggio, sono rimasto sbalordito dai suoi metodi, dalla sua acquisizione di potere e dal modo in cui ha plasmato per sempre la posizione degli Stati Uniti nella politica internazionale. Cheney, però, non sarebbe stato lo stesso se al suo fianco non avesse avuto la moglie Lynne Ann Vincent, primo grande amore di gioventù che ha conosciuto al liceo e sposato nel 1964. L'incoraggiamento e l'ambizione della moglie lo hanno portato a fare strada: per certi versi, Cheney è stato il braccio e Lynne la mente. Da donna, Lynne sapeva che per lei non sarebbe stato semplice assumere posizioni di potere e, di conseguenza, ha scelto di stare dietro le quinte e di muovere da lì le fila. Come nei miei precedenti film, mi sono però divertito a inserire elementi spiazzanti e poco convenzionali, arrivando anche a creare frammenti di conversazione tra Lynne e Dick scritti in pentametro giambico.”
(Wikipedia: Il pentametro giambico è il verso classico della poesia inglese, il blank verse di Henry Howard (Surrey), Christopher Marlowe, William Shakespeare, John Donne, John Milton, Edwin Atherstone, John Keats e Robert Browning ed è figlio dell'endecasillabo di Dante Alighieri e Francesco Petrarca. La denominazione, mutuata dalla metrica classica, indica che è formato da cinque piedi giambici, vale a dire ciascuno composto da una sequenza sillaba breve - sillaba lunga. Nella metrica accentativa tale sequenza diviene, per analogia, tra sillaba atona e sillaba accentata.)

Per realizzare bene tutto ciò servivano attori adeguati: il trasformismo e la mimesi di Christian Bale è a dir poco impressionante. Ingrassato fino a sembrare un’altra persona, imitazione facciale e gestuale da far paura, immedesimazione totale. Lui è uno spettacolo a parte. A lui si aggiunge la bravura istrionesca di Sam Rockwell nei panni di George W. Bush (altra ottima imitazione) e quella in tono minore di Steve Carell. Capitolo a parte è Amy Adams, trasformatasi con il trucco in una perfetta moglie-vipera di un uomo potente.
Non è facile stare dietro a più di due ore di questo spettacolo, pieno di dialoghi, di sbalzi narrativi in avanti o all’indietro e perfino ai falsi titoli di coda che il regista si diverte sardonicamente a piazzare a meno di metà film: tutto fa parte del gioco grottesco. Di un film che per noi europei inconsapevoli è un’occasione utile per capire cosa succedeva in quegli anni.

Riconoscimenti
2019 - Premio Oscar
Miglior trucco e acconciatura
Candidatura per il miglior film
Candidatura per il miglior regista
Candidatura per la migliore sceneggiatura originale
Candidatura per il miglior attore a Christian Bale
Candidatura per il miglior attore non protagonista a Sam Rockwell
Candidatura per la migliore attrice non protagonista ad Amy Adams
Candidatura per il miglior montaggio
2019 - Golden Globe
Miglior attore in un film commedia o musicale a Christian Bale
Candidatura per il miglior film commedia o musicale
Candidatura per il miglior regista
Candidatura per la migliore attrice non protagonista ad Amy Adams
Candidatura per il miglior attore non protagonista a Sam Rockwell
Candidatura per la migliore sceneggiatura






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