Zona d'ombra - Una scomoda verità (2015)
- michemar

- 14 set 2019
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 23 feb 2024

Zona d'ombra - Una scomoda verità (Concussion) UK/Australia/USA 2015 dramma 2h3'
Regia: Peter Landesman Soggetto: Jeanne Marie Laskas (articolo 'Game Brain') Sceneggiatura: Peter Landesman Fotografia: Salvatore Totino Montaggio: William Goldenberg Musiche: James Newton Howard Scenografia: David Crank Costumi: Dayna Pink
Will Smith: dott. Bennet Omalu Alec Baldwin: dott. Julian Bailes Albert Brooks: dott. Cyril Wecht Gugu Mbatha-Raw: Prema Mutiso David Morse: Mike Webster Arliss Howard: dott. Joseph Maroon Mike O'Malley: Daniel 'Danny' Sullivan Eddie Marsan: dott. Steven DeKosky Hill Harper: Christopher Jones Adewale Akinnuoye-Agbaje: Dave Duerson Stephen Moyer: dott. Ron Hamilton Richard T. Jones: Andre Waters Paul Reiser: dott. Elliot Pellman Luke Wilson: Roger Goodell
TRAMA: Un giorno di settembre del 2002, l'anatomopatologo Bennet Omalu, nigeriano emigrato a Pittsburgh, ancora non perfettamente al passo con l'America e le sue passioni, si trova a dover indagare la causa della morte di Mike Webster, leggenda del football americano, finito in disgrazia e a vivere in un pick-up, tormentato da spaventose emicranie. Omalu è uno che fa ridere i colleghi, perché parla con i morti, vive il suo lavoro come una missione e non lascia mai perdere. Per questo, paga di tasca propria i costosi esami al cervello di Iron Mike e scopre una verità a dir poco scomoda, che mette in breve in pericolo la sua carriera e persino la sua famiglia.
Voto 6,5

"Diciamo che possiedi una multimilionaria lega di football. E diciamo che la comunità scientifica - a cominciare da un giovane patologo di Pittsburgh per continuare con un coro di neuroscienziati da tutto il Paese - viene da te e ti dice che i traumi da scontro stanno facendo impazzire i giocatori, li stanno rendendo pazzi al punto da uccidersi, e lì, nei tessuti del cervello, c'è la prova di tutto questo. Ti unisci agli scienziati e provi a risolvere il problema, o usi il tuo potere per screditarli?"

È questo il punto dell'articolo di Jeanne Marie Laskas, apparso su GQ, che per primo ha fatto conoscere al mondo il dottor Omalu e che ha ispirato il film di Peter Landesman sulle conseguenze dei traumi causati dagli scontri sui campi del football americano. Per questo il film è davvero interessante e lo diventa ancor più allorquando si può godere forse della miglior interpretazione di Will Smith, finalmente attore maturo sia fisicamente che artisticamente.

Impressiona il suo impegno e solo dopo averlo visto ci si rende conto del motivo della sua protesta ai premi Oscar di quell'anno (lui si era guadagnato solo una nomination ai Golden): il dubbio che gli attori di colore siano stati spesso svantaggiati nelle scelte per i premi importanti. E qualcosa si è finalmente mosso.
Intanto godiamoci questo buonissimo film, ben recitato e molto istruttivo.
Riconoscimenti
2016 - Golden Globe
Candidatura per il miglior attore in un film drammatico a Will Smith






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