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Bronx (2020)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 27 set 2024
  • Tempo di lettura: 3 min
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Bronx

(conosciuto anche come “Rogue City”) Francia 2020 poliziesco 1h56’

 

Regia: Olivier Marchal

Sceneggiatura: Olivier Marchal

Fotografia: Denis Rouden

Montaggio: Raphaele Urtin, Camille Delprat

Musiche: Erwann Kermorvant

Scenografia: Arnaud Putman

Costumi: Agnès Falque

 

Lannick Gautry: comandante Richard Vronski

Stanislas Merhar: Willy Kapellian

Kaaris: Max Beaumont

David Belle: Zach Damato

Gérard Lanvin: Paul Maranzano

Jean Reno: direttore interregionale della polizia giudiziaria Ange Leonetti

Francis Renaud: Franck Nadal

Moussa Maaskri: maggiore Mario Costa

Claudia Cardinale: Catarina Bastiani

Erika Sainte: Zoé Vronski

Catherine Marchal: comandante Katia de Vrindt

Danièle Graule: Angelica Maranzano

Eriq Ebouaney: Stephan Jankovic

 

TRAMA: Nei quartieri settentrionali di Marsiglia ha luogo un massacro orchestrato dal clan Bastiani. Due rivali vengono incaricati dell'indagine: si tratta di Vronski, un poliziotto della squadra anticrimine, e Costa, a capo della brigata per la repressione della malavita dai metodi alquanto discutibili. La situazione si aggrava quando un testimone chiave viene assassinato mentre si trova sotto custodia da parte della polizia. Nel mezzo di una guerra tra bande, Vronski e i suoi uomini per salvarsi la pelle saranno costretti a fare scelte dalle tragiche conseguenze.

 

Voto 6


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L’incipit è micidiale. Schermo totalmente buio, spari potenti di un fucile, urli di una donna, un uomo dalla faccia stravolta scende la scala a chiocciola della casa, si trova davanti ad un cane scodinzolante che sicuramente lo conosce, il viso è ancora più triste, ancora un colpo verso l’innocuo animale. L’uomo esce dalla villa che si affaccia sul mare, si inginocchia e appoggia la gola sulla punta dell’arma, la carica e…



Il regista ci porta a tre settimane prima, per iniziare il racconto, quando quell’uomo era un poliziotto che, con i colleghi, sta prelevando dalla cella un carcerato della prigione di Baumettes per caricarlo su un SUV blindato e trasferirlo altrove. Appena iniziato il viaggio, il detenuto fa una richiesta anomala e molto particolare, verso cui il responsabile della missione non sa restare insensibile. La moglie della persona che stanno scortando sta morendo di cancro in una clinica e lui vorrebbe salutarla prima del trapasso. Ne segue una sequenza terribile.



Come sappiamo bene, Olivier Marchal è un ex poliziotto che si è convertito al cinema (come attore, poi come regista) e che ha scelto di descrivere la polizia più come un insieme di gangster pentiti che come poliziotti a tutti gli effetti, Vedere per esempio 36 Quai des Orfèvres, L’ultima missione. In pratica, fondamentalmente, ha fatto suo il motto: per arrestare i gangster, devi essere un po’ criminale anche tu. È sulla base di questo principio che il suo questo film, targato Netflix, ci porta nel mondo dei poliziotti corrotti di Marsiglia e del grande banditismo proveniente dalla Corsica e operante nella regione.



Purtroppo, si deve registrare anche un calo nella qualità degli ultimi lavori di questo valente regista: dialoghi con lo stampino, testosterone a tutti i livelli, azione senza pausa senza approfondire molto la personalità dei personaggi, almeno dei principali. La regia, quindi, è in linea con il soggetto, i tagli sono netti e le scene d’azione sono cariche di violenza e acrobazie fintanto si possono ritenere credibili. La sceneggiatura, dal suo canto, mostra chiaramente che, anche onesto, un poliziotto si trova sempre intrappolato dall’ambiente in cui si evolve.



Non è il Marchal migliore e il risultato è un film in certi momenti traballante e privo di emozioni che ci porta da un binario all’altro seguendo gli investigatori o i gangster senza mai riuscire davvero a far partecipare lo spettatore. Comunque, è pur sempre un Marchal movie e la tensione è mantenuta costante, nell’ambito di un film alquanto nervoso, metropolitano, rinunciando alla linearità dei tempi e affollando la storia di molti personaggi. Probabilmente un film audace, certamente tosto. Non è brutto, anzi, ma ne ha fatti di meglio.

Palle grosse e cervelli piccoli, sicuramente è degli uomini. Quelli veri.” (riferendosi al bagno).                                                                                                                        



 
 
 

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