No Exit (2022)
- michemar

- 10 feb
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 23 nov

No Exit
USA 2022 thriller 1h35’
Regia: Damien Power
Soggetto: Taylor Adams (romanzo)
Sceneggiatura: Andrew Barrer, Gabriel Ferrari
Fotografia: Simon Raby
Montaggio: Andy Canny
Musiche: Marco Beltrami, Miles Hankins
Scenografia: Gary Mackay
Costumi: Liz McGregor
Havana Rose Liu: Darby Thorne
Danny Ramirez: Ash
David Rysdahl: Lars
Dennis Haysbert: Ed
Dale Dickey: Sandi
Mila Harris: Jay
TRAMA: Bloccata da una bufera di neve durante un viaggio per un’emergenza familiare, Darby si rifugia in un’area di sosta con degli sconosciuti. Scopre una bambina rapita in un furgone e ingaggia una lotta per la vita per smascherare il rapitore. Riuscirà a salvarla?
VOTO 6

Darby è una ragazza complicata con evidenti problemi familiari e di droga che si trova, costretta o per sua volontà non è chiaro, in un centro riabilitativo. Durante la solita riunione del gruppo di supporto riceve una telefonata che la mette al corrente di una notizia sgradevole: la madre ha avuto un grave malore ed è ricoverata in condizioni disperate in ospedale. Dovrebbe avvisare la sorella – con cui non ha buoni rapporti, d’altronde come la madre – ma non le danno il permesso di telefonare ed allora scappa via, rubando un’auto nel parcheggio del centro. Da lì ha inizio una avventura che pare senza via d’uscita e a rischio della vita.
Sulla strada va incontro ad una bufera di neve e un poliziotto la costringe a fermarsi in una sorta di area di servizio in attesa che il tempo migliori. Vi trova una coppia matura ed un paio di giovanotti, di cui uno sembra pericoloso alla semplice vista. Tra un gioco di carte e l’altro per trascorrere la nottata, Darby esce un attimo con la speranza che il cellulare trovi il campo perso da ore per via del maltempo e così scopre un furgone parcheggiato con una adolescente imbavagliata e prigioniera.
Chi è? Chi l’ha rapita? Chi dei quattro in sua compagnia è responsabile? Cosa rischia se lo rivela?
A cavallo tra The Hateful Eight e 7 sconosciuti a El Royale, il film, tratto dal libro di Taylor Adams, diventa tesissimo e comincia una terribile gara ad eliminazione, prima per individuare chi sia il rapitore, poi per restare vivi. Perché, come da schema abituale, il sospettato è facile da intuire subito ma sono i complici che non ti aspetti che sorprendono e ti mettono in maggiore difficoltà.
Praticamente un b-movie: qualche manchevolezza di sceneggiatura (e ci sta), qualche episodio poco credibile (e ci sta). È il bello dei film di seconda e terza fascia, ma di certo si resta agganciati per vedere come va a finire e quanti e se ci saranno superstiti, perché un poliziotto arriva, Darby libera la ragazzina, ma la notte è lunga, la neve è tanta ed è tutto buio. Fuori. Dentro è l’inferno.

La regia si destreggia a sufficienza e crea la attendibile tensione ansiogena, gli attori semisconosciuti (tranne i noti Dennis Haysbert e Dale Dickey) se la cavano, Havana Rose Liu è brava, il film si lascia guardare con attenzione.


















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