Qualcosa di buono (2014)
- michemar

- 28 feb
- Tempo di lettura: 3 min

Qualcosa di buono
(You’re Not You) USA 2014 dramma 1h42’
Regia: George C. Wolfe
Soggetto: Michelle Wildgen (romanzo)
Sceneggiatura: Shana Feste, Jordan Roberts
Fotografia: Steven Fierberg
Montaggio: Jeffrey Wolf
Scenografia: Aaron Osborne
Costumi: Marie-Sylvie Deveau
Hilary Swank: Kate
Emmy Rossum: Bec
Josh Duhamel: Evan
Jason Ritter: Will
Julian McMahon: Liam
Loretta Devine: Marilyn
Ernie Hudson: John
Ali Larter: Keely
Andrea Savage: Alyssa
Marcia Gay Harden: Elizabeth
Frances Fisher: Gwen
Geoff Pierson: padre di Kate
Ed Begley Jr.: zio Roger
Stephanie Beatriz: Jill
Mike Doyle: Tom
Beau Knapp: Jackson
TRAMA: Kate è una trentenne affermata la cui vita perfetta viene improvvisamente stravolta quando le diagnosticano una devastante e incurabile malattia: la SLA. Kate e suo marito Evan, nella ricerca di un assistente a tempo pieno per Kate, si imbattono in Bec, una studentessa di college che ha risposto impulsivamente all’annuncio pur non avendo la minima esperienza.
VOTO 6 -

Hilary Swank è un’attrice che ha vinto l’Oscar due volte come migliore attrice protagonista. Nella sua carriera, queste vittorie saranno ricordate per sempre, ma è anche nota per aver avuto una serie di film meno fortunati. You’re Not You (questo il titolo originale del film, adattamento cinematografico del romanzo di Michelle Wildgen) era considerato nel 2014 come una possibile candidatura per l’Oscar, ma non ha ottenuto il successo atteso.
La bravissima attrice interpreta Kate, una valente pianista a cui viene diagnosticata la sclerosi laterale amiotrofica, grave malattia che ovviamente le cambia radicalmente la vita. La sua mobilità diminuisce man mano e suo marito, cosa davvero inaspettata, inizia a frequentare un’altra donna, mentre i suoi giorni paiono contati. Questi, Evan (Josh Duhamel), inizialmente la accudisce con attenzione ma non potendo lasciare il suo lavoro, con l’avanzare della malattia cerca qualcuno che si occupi di sua moglie durante il giorno. Ecco entrare in scena Bec (Emmy Rossum), una studentessa di college molto eccentrica, istintiva e testarda, che sogna di fare la cantante, la quale si offre per il lavoro. Kate vede qualcosa di speciale e di diverso in lei e nonostante la ragazza sia totalmente inesperta e approssimativa, la sceglie come sua aiutante. Il rapporto tra le due donne si rivelerà vincente pur se con alti e bassi, anche per il potente affetto che la badante sentirà per l’accudita che lo porterà a prendere decisioni importanti per il suo futuro.
Come da cliché, aggravandosi la malattia, ci sono momenti molto drammatici e decisioni da prendere. Pare proprio che la carriera di Hilary Swank sia destinata a interpretare ruoli di donne destinate a morire, come appunto accade al drammaticissimo film di Clint Eastwood che le aprì le porte dell’affermazione definitiva (Million Dollar Baby) ed anche stavolta il destino la porta a quella fine. Ci troviamo infatti davanti al classico caso di accanimento terapeutico che ancora oggi è un prepotente argomento politico, religioso e sociale.
5
Il regista George C. Wolfe (che poi girerà due film molto notevoli come Ma Rainey's Black Bottom e Rustin) evita la facile commozione e giustamente mantiene uno svolgimento sobrio, assicurando che la tragedia sia alleviata da momenti di affetto e umorismo, mantenendo l’attenzione saldamente sulle relazioni umane al centro della storia. Insomma, malattia sì, ma almeno puntando sull’aspetto di una storia di vera e forte amicizia e alleanza tra donne, evidenziando bene la paura di una donna a diventare invisibile, intrappolata com’è in un corpo malato.
Il punto debole è forse la sceneggiatura tanto che nel complesso il film non mantiene le promesse, risultando meno attrattivo rispetto alle attese. Nonostante i migliori sforzi delle sue due talentuose protagoniste femminili – sicuramente la cosa migliore del film -, l’adattamento, a detta di tanti, non risulta soddisfacente rispetto al materiale originale.






















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