Virus letale (1995)
- michemar

- 1 nov
- Tempo di lettura: 3 min

Virus letale
(Outbreak) USA 1995 thriller 2h7’
Regia: Wolfgang Petersen
Sceneggiatura: Laurence Dworet, Robert Roy Pool
Fotografia: Michael Ballhaus
Montaggio: William Hoy, Lynzee Klingman, Stephen E. Rivkin, Neil Travis
Musiche: James Newton Howard
Scenografia: William Sandell
Costumi: Erica Edell Phillips
Dustin Hoffman: col. Sam Daniels
Rene Russo: Robby Keough
Morgan Freeman: generale William Ford
Donald Sutherland: generale Donald McClintock
Kevin Spacey: ten. col. Casey Schuler
Cuba Gooding Jr.: magg. Salt
Patrick Dempsey: James "Jimbo" Scott
Dale Dye: col. Briggs
J. T. Walsh: capo dello staff del Presidente
TRAMA: Il colonnello Sam Daniels, ufficiale medico dell’esercito statunitense, viene inviato dal governo in Africa per indagare su un virus sconosciuto che sta decimando gli abitanti di un villaggio.
VOTO 6

Negli anni Sessanta, in un accampamento americano dell’allora Zaire (oggi si chiama Repubblica Democratica del Congo), scoppia una misteriosa epidemia in cui risultano coinvolti anche militari americani. Il governo, invece di inviare soccorsi, ordina di sganciare una bomba ad alto potenziale sull'accampamento distruggendolo completamente. 30 anni dopo, Sam Daniels (Dustin Hoffman), colonnello e ricercatore medico dell'esercito, viene inviato insieme ai suoi collaboratori Casey Schuler (Kevin Spacey) e il maggiore Salt (Cuba Gooding Jr.) in un piccolo villaggio in Africa per indagare su un nuovo tipo di virus, simile all'ebola ma molto più letale. I tre scoprono che il virus attacca le cellule ad una velocità impressionante, uccidendo il contagiato in meno di 72 ore e che non si trasmette per via aerea. Tornati in patria, Sam cerca di avvertire il suo diretto superiore, il generale Billy Ford (Morgan Freeman), della pericolosità del virus, ma viene ignorato e l'esistenza stessa del virus non viene resa pubblica, sotto ordine perentorio del generale Donald McClintock (Donald Sutherland). Neanche l'ex moglie di Sam, Robby Keough, da poco trasferitasi ad Atlanta, dà ascolto a Sam quando lui cerca di metterla in guardia sulla pericolosità del virus, considerando superfluo dare l'allarme poiché troppo poco probabile che un virus del genere possa diffondersi in America. Il virus è lo stesso che 30 anni aveva colpito l'accampamento americano.


Se questa è la prima parte della trama, la premessa è da brividi: un virus micidiale, il Motaba, riemerge dopo decenni e minaccia di sterminare la popolazione americana. Tutto era cominciato con un villaggio africano raso al suolo per contenere l’epidemia, ma quando un’adorabile scimmietta infetta arriva negli USA, il contagio esplode. Ora, fermarlo, per i nostri protagonisti è diventato un compito arduo ma essenziale prima che sia troppo tardi.


Il regista Wolfgang Petersen (U-Boot 96) ci regala scene spettacolari con un inseguimento in elicottero che sembra uscito da un altro film. Il problema? Questi momenti adrenalinici rubano spazio alla vera tensione drammatica. Invece di approfondire il panico, la paura e le scelte morali, il film purtroppo preferisce inseguire il brivido facile. L’argomento è interessante e valeva la pena approfondirlo e tenerlo come stella polare da seguire con attenzione, anche perché il cast funziona: Dustin Hoffman è solido, Renee Russo e Morgan Freeman fanno il loro dovere, Cuba Gooding Jr. è il classico bravo ragazzo. Peccato solo che Donald Sutherland, nei panni del generale assetato di potere, sembra uscito da Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba e finisce per stonare con il tono del film.


Il potenziale c’è tutto: un virus senza cura, una corsa contro il tempo, dilemmi etici e scientifici. Peccato che la sceneggiatura si perda tra coincidenze improbabili e sottotrame poco credibili (tipo la caccia alla scimmia). Il risultato è una pellicola che intrattiene ma lascia l’amaro in bocca a chi cercava qualcosa di più profondo. Thriller virale che parte forte, promette tensione e riflessione, ma si accontenta di essere un blockbuster.


Notato per le intense sequenze d’azione e per la rappresentazione realistica di una crisi sanitaria globale, il film, sebbene firmato da un regista abbastanza bravo nel genere thriller, sfrutta personaggi stereotipati e trama prevedibile. Nonostante ciò, può risultare sufficientemente avvincente catturando l’attenzione del pubblico grazie alla tensione costante e alle performance solide del cast, che di certo è pieno di nomi importanti.






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